Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello – Massimo Zivelli
Paura del virus e al tempo stesso paura del crollo verticale dell’ economia turistica. A poche ore dalla bocciatura da parte della prefettura della contestata ordinanza promulgata dai sindaci per bloccare l’ arrivo di centinaia di turisti provenienti da Lombardia e Veneto, a Ischia (e non solo) si fanno i conti con i danni procurati dalle prime ondate della psicosi dilagante, mentre si inizia a mettere in bilancio la amara eventualità che la stagione turistica 2020 corra il rischio di rimanere segnata dalla più grave crisi economica ed occupazionale di tutti i tempi. Se i focolai di infezione per ora localizzati in alcuni comuni del Nord dovessero sfociare in una vera e propria epidemia su scala nazionale, solo in quest’ area da sempre strategica per il turismo campano potrebbe infatti verificarsi un crollo stimato fra il 50 ed il 60% delle presenze. Un colpo micidiale. «L’ Unione Europea ha stanziato i primi fondi, oltre 230 milioni di euro, per affrontare l’ emergenza virus nei vari paesi membri», ha sottolineato l’ europarlamentare Giosi Ferrandino: «Mi attiverò al più presto assieme ad altri colleghi per far predisporre un piano economico straordinario per Ischia e per le altre località turistiche del Meridione d’ Italia, nel caso la situazione dovesse peggiorare».
Appena 24 ore prima, Ferrandino (già sindaco di Ischia e alla sua seconda legislatura come deputato europeo del Pd) aveva firmato un documento assieme al senatore di Forza Italia Domenico De Siano e alla consigliera regionale berlusconiana Maria Grazia Di Scala, per censurare l’ ordinanza dei sindaci ischitani «infondata sotto il profilo giuridico e istituzionale e dannosa per l’ economia turistica dell’ intera Campania». Ieri i sindaci sono tornati a ribadire le loro ragioni, facendo intendere di essere pronti a nuove iniziative e sottolineando di essersi mossi «in difesa dei propri cittadini, cercando di porre in essere quanto in loro potere per limitare il rischio di contagio.
Tutto ciò anche per preservare l’ immagine di un luogo a forte vocazione turistica».
Anche a Capri i due sindaci hanno cominciato a muoversi, diffondendo le linee guida arrivate da governo, Regione e Asl. Qui l’ attenzione è puntata soprattutto sulle condizioni igieniche di accoglienza dei turisti. E così, il primo cittadino caprese Marino Lembo chiede a società e compagnie di trasporto marittime e terrestri a «prevedere una particolare attenzione» nella «intensificazione e nell’ ampliamento dei presidi di pulizia e disinfezione dei mezzi di trasporto». Federalberghi Capri invece sposta l’ attenzione sulle condizioni del molo Beverello che «è in uno stato di totale degrado, fra sporcizia e rifiuti lasciati anche dai clochard che vi bivaccano»: con l’ emergenza coronavirus in corso, si sottolinea, «non si riesce a capire perché nessuno intervenga e metta al riparo da rischi sia i pendolari che i turisti».