«Non si può parlare di ridurre gli accosti a stagione iniziata. Mi sembra solo un modo per finire sui giornali e per alimentare polemiche assolutamente inutili». Franco Cerrotta, il sindaco di Anacapri, bacchetta con fermezza il collega di Capri. «Le sue sono esternazioni sulla necessità di ridurre le corse del trasporto pubblico sono inutili e dannose per l’ economia dell’ isola». Capri e Anacapri condividono lo stesso porto e buona parte dei servizi pubblici. Da sempre, però, i territori dei due comuni praticano politiche turistiche diverse: Capri, più elitaria, più mirata al lusso; Anacapri mai restia al mordi e fuggi, alle escursioni giornaliere dei gruppi.«Il turismo elitario – aggiunge Cerrotta – va coniugato con quello giornaliero. Noi, tutti insieme, dovremmo ringraziare i nostri santi protettori se abbiamo problemi di troppo pieno. E, insieme ai santi, dovremmo darci da fare per accogliere tutti, al meglio». Cerrotta va giù duro: «Sarebbe più interessante chiedersi come mai in questi anni non siamo stati capaci di allargare la banchina principale del porto. Eppure non credo che sia necessario un investimento milionario. Avremmo anche potuto realizzare un allargamento provvisorio con una pacificata Metallica da utilizzare solo nel periodo di alta stagione». La nostalgia della «dolce vita» caprese è tanta, ma i tempi sono cambiati. «A Capri c’ è chi sogna di vedere ancora Jacqueline e Onassis passeggiare per via Camerelle; allora di turismo nella nostra isola viveva qualche centinaia di famiglie. Oggi i numeri sono moltiplicati, Capri ha bisogno del glamour ma anche di riempire gli alberghi, i ristoranti e gli esercizi commerciali. Non capire questo vuol dire essere miopi e non pensare al futuro concreto della nostra isola». Il sindaco di Anacapri mette sotto accusa anche l’ utilizzo degli spazi di Marina Grande, delle strade, dei servizi di trasporto pubblico. «L’ unica proposta concreta per migliorare le cose è quella che stiamo portando avanti noi: una funivia capace di collegare il porto con Capri e Anacapri. Ecco, la sfida la si vince con proposte concrete per migliorare il godimento dell’ isola e non pensando di ridurre i turisti».Ma Gianni De Martino, sindaco di Capri, ha già iniziato a mettere mano ad uno studio dettagliato per emettere un provvedimento che rientri nelle sue competenze, superando pastoie burocratiche o il coinvolgimento degli enti sovracomunali. «Il nostro obiettivo è quello di difendere il territorio e tutelare il turista garantendogli la sicurezza, la sua tutela ed anche l’ immagine di Capri Metterò in atto, quindi nell’ ambito delle competenze che spettano ad un sindaco, regole in materia di ordine pubblico e sanità. Due elementi che ci consentiranno di accogliere tutti, ma in condizione di sicurezza e di vivibilità».Un’ altra proposta arriva dagli armatori: perché non vendere insieme al biglietto dell’ aliscafo o del traghetto anche il ticket per il trasporto pubblico sull’ isola? Non si eliminerebbero tutte le file e gli ingorghi che si creano a Marina Grande per acquistare il pass per funicolare e autobus. Una questione che si potrebbe risolvere in pochi minuti e che, invece, non si riesce a definire solo perché non si affronta con determinazione. E già che ci siamo una riflessione merita anche quello che è diventata Marina Grande: un vero e proprio suk dove, anche solo per districarsi con un trolley, ci vuole tanta ma tanta abilità. Insomma a guardare certe scene viene da pensare che i problemi sono a terra più che a mare.Il nodo accosti nel porto di Capri tiene banco, comunque anche negli uffici delle compagnie di navigazione a Napoli e in quelli dell’ autorità marittima. Dalle riunioni che si sono susseguite in questi giorni è emerso con chiarezza che toccare anche l’ orario di accosto di una sola corsa nel porto di Capri porterebbe a ripercussioni notevoli in tutti gli altri porti turistici del Golfo. L’ assunto da cui bisogna partire per inquadrare questo meccanismo è che tutte le località sono servite con una flotta di aliscafi, monocarena, catamarani, navi traghetto completamente utilizzata giorno dopo giorno. E lo stesso piano orario della Regione tiene conto dei mezzi schierati e delle relative portate, di ogni singola compagnia. Questo significa che ritardare di dieci minuti l’ accosto di un mezzo a Capri, apporterebbe un ritardo nella ripartenza dello stesso mezzo. E, quindi, un arrivo al Beverello con conseguente partenza posticipata anche per Sorrento o per Ischia. Si tratta, quindi di un vero e proprio effetto domino che finirebbe per coinvolgere tutti i porti del Golfo e produrrebbe il mancato rispetto della tabella fissata dalla Regione. Certo, un’ ipotesi di rivalutazione complessiva è sempre possibile. Ma, bisogna avere ben chiari i fini e i tempi: non è immaginabile, infatti, toccare solo gli accosti di Capri senza immaginare di coinvolgere gli altri porti. (ha collaborato Anna Maria Boniello)