Fonte: unionesarda.it
Un sardo a Capri che vive di turismo. Luigi Pinna, di Segariu, ha 56 anni, da dieci lavora in un Bed and breakfast dove si occupa di tutto: «Ricevo prenotazioni, accolgo i turisti, mi occupo della manutenzione e anche della guardiania da novembre quando il flusso dei vacanzieri cala anche da queste parti». Luigi Pinna, 56 anni di Segariu (foto concessa da Luigi Pinna) Prima di arrivare davanti ai faraglioni ha lavorato in Inghilterra («mi è sempre piaciuta molto la lingua inglese ancora oggi lo parlo fluentemente con i turisti che arrivano da ogni parte del mondo») e un po’ in tutta la Sardegna, tra Santa Teresa di Gallura e Villasimius. «Mio fratello Roberto ha fatto da apripista a Capri, mi ha chiamato perché aveva bisogno di una mano per alcuni lavori di manutenzione in una piccola struttura alberghiera, alla fine lui è tornato a Segariu e io sono rimasto». Ci sono altri sardi a Capri? «Non ne conosco, ma qualcuno probabilmente arriva ogni anno: il lavoro qui non manca, ci sono grandi opportunità per chi cerca un impiego e tutti vengono accolti nel migliore dei modi in questa isola paradiso delle vacanze». Le manca la Sardegna? «Torno spesso a Santa Teresa dove vivono le due mie figlie e a Segariu da mia madre, Mariangela, che ha 75 anni, mie sorelle Consuelo, Sara e mio fratello. Per me è sempre un’emozione e un piacere, anche se sinceramente non penso di tornare stabilmente in Sardegna, a Capri sto davvero bene, ho tante amicizie e opportunità». Non poteva lavorare nel turismo anche in Sardegna? «Ognuno alla fine segue il lavoro. sono stato in Costa Smeralda e a Villasimius, poi mi sono trovato bene a Capri e sono rimasto, per ora non vedo il motivo per cui dovrei rientrare in Sardegna anche perché da queste parti il turismo funziona bene». In che senso? «In Sardegna i lavoratori come me vengono inquadrati come stagionali e in genere vengono proposti esclusivamente contratti di quattro cinque mesi. A Capri la situazione è differenze in primo luogo perché stagione è molto più lunga, si comincia a lavorare quasi a pieno regime da Pasqua e si finisce a novembre, otto mesi di contratto sono la norma. E dire che il clima non è molto diverso da quello sardo, anzi a Capri sicuramente è meno caldo». Le altre differenze tra Capri e la Sardegna? «Guardi, a me capita di lavorare con turisti americani o australiani che fanno il giro dell’Europa e spesso hanno già visitato anche la Sardegna e tutti ne rimangono innamorati: mare unico, ottime strutture, enogastronomia di altissimo livello e in costante crescita. Purtroppo i problemi sono altri». Quali? «Su tutti i trasporti: gli aerei per Cagliari, Alghero e Olbia costano troppo e non c’è molta scelta per gli orari. Sono venuto in Sardegna a luglio, non c’erano voli da Napoli per Olbia, ho dovuto prendere un aereo per Alghero. L’anno scorso, invece, sono stato costretto a prendere la nave: i voli aerei costavano troppo. La Sardegna è la più penalizzata delle regioni europee, altrove la continuità territoriale è una conquista da anni, in Sardegna resta un miraggio. E poi gli altri servizi richiesti dai turisti in Sardegna sono carenti o carissimi: collegamenti interni, auto a nolo, occasioni per allungare la stagione come concerti o appuntamenti sportivi e culturali sono abbastanza rari. Ci deve essere uno sforzo comune, della classe politica e dei privati per trovare il modo di allungare la stagione e soprattutto per costringere le compagnie aeree e navali a non speculare sui trasporti da e per la Sardegna». A Capri? «A Capri i prezzi negli alberghi o nei ristoranti magari sono anche elevati, ma proporzionati alla qualità del servizio. Gli aliscafi per esempio, costano è vero ma ce sono praticamente a tutte le ore da Napoli o da Sorrento o dalla costiera amalfitana». La Sardegna cosa potrebbe imparare da Capri? «Ad allungare la stagione turistica. Certo, Capri ha il vantaggio dei trasporti, o meglio, non è penalizzata dai collegamenti aerei costosi e scomodi che pesano sulla Sardegna. Per il resto Capri è assimilabile alla Costa Smeralda: meta di attori, sportivi, cantanti di tutto il mondo alla ricerca di riservatezza e tranquillità»