Fonte: La Provincia Pavese
di Enrico Venni
PAVIA. È pronto per una nuova avventura in serie D, con la maglia del Sant’Angelo, Matteo Principe, bomber del Pavia nell’ultima stagione di Eccellenza nella quale ha realizzato 20 reti. Dopo i 31 gol in Promozione con cui aveva spinto il Capri in Eccellenza, la vetrina del Fortunati ha messo il 26enne attaccante milanese all’attenzione di molti club di categoria superiore.
Una stagione indimenticabile in azzurro, anche se non finita nel modo in cui i tifosi e anche tu ti aspettavi. Penalizzato da problemi fisici, non hai potuto dare nel rush finale del campionato e nei play off il contributo che speravi?
«E’ questo il rimpianto con cui lascio Pavia. Ho sofferto molto nel finale di stagione perché non stando bene non ho potuto scendere in campo nell’ultimo mese per dare una mano alla squadra e nei play off contro l’Oltrepo ero al 50% delle mie possibilità. Sono sicuro che sarebbe potuto andare diversamente perché ce lo meritavamo per tutto quello dimostrato e fatto in quest’ultima annata sportiva».
La scorsa estate avevi scelto Pavia per la piazza e le speranze di metterti in mostra magari conquistando la D in azzurro. Epilogo amaro da digerire?
«Quando ero stato contattato dal direttore sportivo Luca Sacco e da mister Maurizio Tassi sapevo che era un’occasione importante per la mia carriera. A 26 anni vincere con il Pavia e far gol mi avrebbe permesso di rilanciarmi verso categorie a cui posso ancora ambire.
Invece per me è stata una bella batosta il problema di salute che mi ha debilitato e costretto a riposo forzato nelle settimane decisive del finale di campionato dove sognavo di portare con i miei compagni il Pavia in D».
La sconfitta al 9′ a Voghera nel derby chiave svolta negativa della stagione, sia per come è maturata che per le tue condizioni di salute?
«Penso che quella giornata è stata più difficile per me di quella della sconfitta nel primo turno dei play off con l’Oltrepo. Eravamo ancora in corsa per il primo posto, io purtroppo non stavo bene e non ho potuto dare il mio contributo come altre volte.
Mi sono anche “mangiato” un gol che poteva dare al Pavia un altro risultato in quel derby».
Tanti rimpianti, ma restano anche parecchie soddisfazioni di questa stagione con la maglia del Pavia?
«Certo non ho esitato alla chiamata di una società dove ero stato nelle giovanili per sei mesi e dove tornavo dopo anni. Sapevo delle ambizioni, la piazza era importante, la tifoseria altrettanto e non per retorica posso dire che rimarrò sempre legato al Pavia. E quando potrò verrò vedere al Fortunati qualche partita e a ritrovare amici, ex compagni e tifosi. Sarò tifoso del Pavia e mi auguro che possa risalire al più presto a categorie dove merita.
Il primo passo è la D».
Hai scelto Sant’Angelo e una società ambiziosa che dalla D vuole provare a tornare dopo anni nei professionisti.
«Mi hanno parlato di una tifoseria importante anche qui e come società si sta costruendo una squadra per un campionato di vertice.
Una bella nuova avventura salire in D, l’ho scelta perché la mia ambizione è quella di provare fino in fondo a tornare nei professionisti, dove avevo debutto in C da giovane con l’Alessandria. Mi impegno ogni giorno per poter centrare quest’obiettivo e credo di potermi giocare ancora le mie chance».