Fonte: Il Mattino
di Antonino Pane
«I soloni che difendono Capri da dietro le scrivanie sono come l’amante di toccata e fuga. Non hanno mai visto il partner nervoso, sfatto, agitato. Per loro contano solo le poche ore passate insieme». Salvatore (Sasi) Ruocco, è il segretario di AssocCharter Capri, un’Associazione che tiene insieme gli armatori di centinaia di imbarcazioni che offrono nel menù turistico di Capri anche il Giro dell’Isola. «Non siamo contrari alla protezione della nostra isola, ma avremmo voluto un iter più partecipato, avremmo voluto confrontarci, spiegare le nostre ragioni. Invece siamo andati avanti con moduli».
Moduli? Che significa?
«Ci sono stati recapitati questionari in cui ci chiedevano il numero delle barche, dei dipendenti e altro. Dati freddi, statistiche. Mai nessuno ha ascoltato le nostre reali esigenze».
Le racconti ora.
A chiacchiere, solo a chiacchiere si badi bene, qualcuno racconta che le partite
Iva di Capri avranno privilegi rispetto a chi svolge la stessa attività sulla terra ferma. Di tutto questo nelle carte che hanno pubblicato non c’è traccia».
Dovete però riconoscere che le barche intorno all’isola sono tante, troppe.
«E noi lo riconosciamo. Ma non sono barche capresi, sono charter che arrivano dalla terra ferma. Noi vogliamo certezze, vogliamo difendere le nostre attività isolane che, in quanto tali, hanno già più difficoltà e costi rispetto alle altre. Siamo i primi a dire che non si può andare avanti così; ma siamo anche quelli che rivendicano, perché isolani, una maggiore tutela delle attività che svolgiamo intorno alla nostra isola».
Chiedete una normativa che salvaguardi le aziende?
«Lo riteniamo un nostro diritto.
Fino ad oggi Capri non ha saputo o voluto difendersi contro i flussi turistici indiscriminati che ogni giorno riversano sull’isola migliaia e migliaia di persone. Noi vogliamo difenderci. Il mare di Capri è l’elemento essenziale delle nostre aziende e vogliamo difenderlo più e meglio di tutti».
Presenterete osservazioni?
«Daremo battaglia, questo è certo. I nostri avvocati sono già al lavoro».
Oltre alle prerogative cosa non vi soddisfa nella perimetrazione dell’Area marina protetta?
«Tante cose. Ad esempio, non è stata prevista una zona C, azzurra, dove poter liberamente transitare o fermarsi? Nell’Amp di Punta Campanella, qui di fronte a noi, questa zona esiste, a Nerano dove ci sono banchi di Posidonia. Ecco perché diciamo che non ci stanno bene decisioni prese dietro una scrivania, lontani dalle reali esigenze di Capri».
E poi? Altre carenze?
«Non si sa che fine faranno i Grandi Yacht, quegli alberghi a 8 stelle che tanto fanno bene all’immagine e all’economia dell’isola. Personalmente lavoro anche con una grande azienda del settore come Luise che ha sede a Capri. Ebbene nella proposta di Amp Grandi Yacht non sono mai citati. È un modo corretto di procedere? La sensazione è che si siano cimentati soloni che delle reali esigenze di Capri non sanno nulla. Va difesa anche l’ economia dell’isola. Vivere Capri 365 giorni all’anno è diverso che passare qualche ora in Piazzetta. Lo deve capire chi parla solo di vietare senza indicare soluzioni».