Anna Maria Boniello .Continuano ad affiorare i tesori sommersi dai fondali di Capri. Ieri ancora un ritrovamento ad opera di Enrico Desiderio e di Vasco Fronzoni, il ricercatore subacqueo che da vari anni sta riportando alla luce reperti archeologici di inestimabile valore storico. Lastre di marmo preziose e resti di mosaico sono stati rinvenuti dai due sub a dieci metri di profondità nei pressi di punta del Capo, sul versante orientale dell’isola sovrastata da Monte Tiberio, uno dei punti più alti dell’isola dove l’imperatore Tiberio fece costruire il suo palazzo imperiale, Villa Jovis, dove Tiberio visse quasi undici anni e da dove senza mai allontanarsene governò l’impero. I reperti che sono stati scoperti ieri sul basso fondale si tratta di tre distinti blocchi di materiale conglomerato con delle tessere di mosaico, accanto a un marmo semi affiorante dal fondale sabbioso. Probabilmente i materiali giacciono sul fondale del mare di Capri da oltre duemila anni e potrebbero essere i resti del faro di Tiberio che nel 37 dopo Cristo, pochi giorni prima che l’imperatore morisse, come narra Svetonio, caddero dall’alto del monte a causa di un violentissimo terremoto che distrusse il faro e diverse strutture che circondavano il palazzo. Quest’ultimo rinvenimento assume un’importanza storica e va ad aggiungere un altro tassello a quelle scoperte che da qualche anno Fronzoni sta effettuando sotto il livello del mare che circonda l’isola azzurra, che nasconde un patrimonio di inestimabile valore e importanza. Risale infatti alla fine degli anni ’90, nei fondali di cala del Tombosiello ad Anacapri, la prima scoperta di Vasco Fronzoni quando, insieme a due subacquei capresi, Marco Sica e Mario Vacca, e al fratello Jacopo, avvistarono e riportarono a galla un cannone dell’800 risalente probabilmente alla tremenda battaglia che ci fu tra francesi ed inglesi per la presa di Capri. Vasco Fronzoni, insieme al sub Carlo Del Vino, nell’estate del 2008 localizzò e recuperò, nei pressi dello Scoglio della Ricotta, un’ancora di epoca medievale del peso di 150 chili. Nel giugno 2012, accanto alla Grotta Bianca, quindi, il rinvenimento di un proiettile inesploso di contraerea, risalente alla seconda guerra mondiale, che fu fatto disinnescare dagli esperti della Marina Militare. Sino alla penultima scoperta temporale, l’importante carico di ossidiana su un veliero d’epoca che giace ancora sui fondali dell’isola azzurra. E ieri la scoperta dei preziosi reperti crollati quasi certamente da Villa Jovis. La notizia del rinvenimento dei reperti è stata immediatamente comunicata dai due subacquei alla Capitaneria di Porto e alla Soprintendenza ai beni archeologici archeologica, dando la disponibilità di potersi occupare anche del loro immediato recupero per riportarli a galla. “Sarebbe infatti un vero peccato – dice Fronzoni – se i pavimenti sui quali ha passeggiato l’imperatore Tiberio durante il suo lungo soggiorno caprese venissero trafugati o se se ne perdesse in ogni caso traccia”. “Imbattersi sott’acqua in queste meravigliose vestigia del passato costituisce sempre una grande emozione. E’ la storia – conclude Fronzoni – che non vuole cadere nell’oblio dell’ignoranza o dell’indifferenza e affiorando dal fondo del mare rivendica con forza la sua presenza e il diritto ad essere custodita, conosciuta e tramandata”.