Fonte: Il Mattino.it
di Giovanni Chianelli
L’arte è capace di sfidare il tempo e lo spazio, persino di intrufolarsi in una bottiglia. E un’opera come «La tempesta» di Shakespeare, forse quella più misteriosa e carica di allegorie, l’ultima che il grande autore inglese scrisse interamente di suo pugno, in una bottiglia ci è finita davvero: l’artista fiorentino Michelangelo Bastiani, classe 1979, ha «intrappolato» l’essenza del lavoro scespiriano realizzando un ologramma che ricrea in un’ampolla di vetro gli effetti di un tornado. Lo ha chiamato «The tempest» e fino all’11 settembre è in mostra a Capri, a Villa Lysis, nella sala dell’oppio. La scelta dell’isola azzurra non è casuale e l’operazione si nutre di rimandi e richiami: «La tempesta» racconta la vicenda del mago Prospero, duca di Milano, che insieme alla figlia Miranda è esiliato da anni in un’imprecisata isola del Mediterraneo abitata da spiriti, dopo che il geloso fratello Antonio, aiutato dal re di Napoli Alonso, lo ha deposto e costretto all’esilio. Magia, spettri, tormenti dell’anima, luoghi remoti e affascinanti come Capri. Ma come si può riuscire a mettere una burrasca in una bottiglia? «Grazie alla tecnologia e all’illusione che il nostro cervello crea involontariamente, rendendo tridimensionale ciò che è per definizione bidimensionale, ovvero il video. Il vetro della bottiglia, un pezzo artigianale che richiama quello dei laboratori degli anni ’60, è il tramite di cui mi servo per mettere in comunicazione reale e virtuale: la tangibilità di un oggetto qualsiasi e l’immaterialità del video» spiega Bastiani. Nei sette minuti della durata del video si assiste a una mini tempesta in piena regola, vorticosa e inquietante. Le sue opere riproducono microcosmi dentro oggetti di uso comune come i barattoli e su spazi