Anna Maria Boniello. Capri – I sandali capresi di Canfora , i kaftani in seta e i pigiama palazzo ed i mitici Capri Pants lanciati da una giovanissima Jacqueline Kennedy creati da la Parisienne, i radiosi copricostume e chemissiere di Livio De Simone, la campanina in diamanti e pietre preziose di Chantecler, insieme ai mocassini sfoderati senza suola per uomo e donna sempre creati da Amedeo Canfora, sono i capi e gli accessori intramontabili nati dall’estro creativo degli artigiani isolani, che resistono alle mode, al passare del tempo e sono entrati a pieno titolo nell’iconografia della bellezza dell’isola. Un mix di arte ed artigianalità per quella che viene chiamata nel mondo “Moda Capri”. Uno stile che già veniva decantato dagli scrittori del Grand Tour, infatti dell’eleganza delle donne di Capri ne scrive nel suo libro lo scrittore Ferdinand Gregorovius che parlando dello stile e dell’eleganza delle donne capresi che incontrava lungo le strade del tempo le definiva come figure staccate da una tela del Perugino o del Pinturicchio. Ed è proprio quello stile e quell’eleganza che gli artigiani capresi hanno saputo conservare e tramandare sino al giorno d’oggi. Capi cosiddetti intramontabili come sono diventati gli abiti usciti dai laboratori sartoriali di Adriana Di Fiore de La Parisienne, cent’anni di vita e stile caprese in piazzetta, la conferma la dà il nome francese che veniva usato agli inizi del secolo scorso come simbolo di eleganza tout court. Un’eleganza che continua anche agli albori del terzo millennio con Adriana di Fiore che continua a scegliere le sue stoffe in seta e shantung per creare abiti in linea con i tempi di oggi, ma che richiamano sempre quello stile che l’ha fatta conoscere nel mondo. Oppure i sandali che Amedeo Canfora creava nella sua bottega laboratorio di Via Camerelle aperta nel 1946, dopo aver appreso l’arte antica dei mastri calzolai dal nonno Giuseppe e dal padre Gennaro che avevano il loro laboratorio nell’antichissima Via Fuorlovado. I sandali di Amedeo, arricchite da pietre semipreziose, divennero ben presto un oggetto cult, e la notizia dilagò all’estero dove si diffuse la voce che i sandali di Capri erano tra i più belli del mondo. Cominciarono così ad arrivare i primi clienti famosi, tra cui Margaret d’Inghilterra, Soraya, Grace Kelly e la Callas. Ma la più innamorata di tutte fu Jacqueline Kennedy che la prima volta che arrivò sull’isola nel ’62 si fiondò direttamente da Canfora, il negozio era chiuso e fu aperto solo per lei a mezzanotte, e unica cliente all’interno del negozio che ancora oggi apre le sue vetrine nella stessa strada, fece creare per lei un modello unico che riproduceva la K di Kennedy. Un sandalo semplice ed elegante decorato solo da un triangolino di anelli intrecciati, che ancora oggi viene chiamato il sandalo di Jacqueline. Ma la moda non è fatta solo di capi di abbigliamento, un’altra icona che è diventata il simbolo dell’isola è la campanina di Chantecler, un gioiello pensato da Pietro Capuano, gioielliere eclettico e stravagante che fu il compagno di Edda Ciano, nell’immediato dopoguerra per diffonderlo come simbolo di pace nel mondo che partiva da Capri, isola dell’amore per antonomasia.