Fonte: comunicato
Come è strano vivere questi giorni così come ci viene richiesto: dobbiamo rinunciare ai rapporti ravvicinati, dobbiamo rinunziare ad un abbraccio, ad un bacio. Eppure accettiamo tutto perché il bene maggiore da perseguire e di allontanare quanto più è possibile il pericolo del coronavirus.
Non nascondiamo il momento liturgico, per noi cristiani, in cui si sta verificando questo tragico evento che oramai è davvero globale come nessun’altra cosa prima. Stiamo vivendo la Quaresima che ci permette di rivivere la provvisorietà degli Ebrei nel deserto per 40 anni, della preghiera di Gesù nel deserto per 40 giorni. Questo pericolo è caduto sulle nostre teste come la cenere del mercoledì delle ceneri quando ci siamo cosparsi, giusto in tempo per cominciare, il capo di cenere.
La prova è grande! Ma più grande è l’amore di Dio che non si dimentica mai di noi né ci lascia soli. Ricordiamo a noi stessi quel segno meraviglioso, seppure tanto discusso come se quella “Presenza” desse fastidio. Oggi più che mai noi credenti vediamo la follia dell’amore di Dio che per rimanere con noi, per soffrire con noi, per sollevarci dalle paure e dalle miserie, si è lasciato inchiodare alla Croce come a dire: Io ci sto, non ti ho lasciato solo prima, non ti lascerò solo nemmeno ora.
Allora coraggio. Egli è con noi: anche in questo momento e sta soffrendo con noi.
Noi, però, possiamo cogliere questi momenti in cui stiamo chiusi in casa, non si va a scuola, le attività sono tutte ridotte, facciamo addirittura “digiuno eucaristico” perché nemmeno a Messa possiamo andare fisicamente.
E se cogliessimo questi giorni come opportunità per coltivare relazioni familiari mai scontate o sopite, per allenarci a chiudere la televisione, fonte negativa di diffusione di paure che crea tantissima confusione con le idee divergenti, diverse, nefaste.! Potremmo allenarci ad una educazione a nuovi gesti, a nuova mentalità: e quindi paura mai più. Ci potremmo allenare a recuperare la gusto di ammirare le cose belle che ci circondano e che anche dalla nostra finestra sul mondo possiamo contemplare. La preghiera per noi credenti, la lettura di un buon libro, la scoperta del ricco mondo interiore di quelli che vivono con noi, anche nella stessa casa (genitori, figli, per esempio). Un libro potrebbe essere per esempio un Vangelo, così vivremo da vicino la vita di Gesù. Un pensiero va a chi maggiormente soffre certe limitazioni: ammalati, anziani, operaie ed operai costretti a non poter lavorare.
Coraggio! Coraggio! Amici e fratelli carissimi, se obbediremo alle disposizioni presto, con l’aiuto di Dio, usciremo da questo incubo definitivamente. Preghiamo molto per gli scienziati: che usino la loro intelligenza nel migliore dei modi. Con la speranza che certi cambiamenti siano per la vita e non per un momento.
Vi assicuriamo la preghiera di noi sacerdoti: ogni giorno privatamente celebriamo l’Eucaristia e vi portiamo con noi accanto al calice dell’altare. I vostri volti sono impressi nei nostri cuori e nelle nostre preghiere.
A nome dei confratelli dell’Isola: vi vogliamo bene e camminiamo oggi sotto la nube della provvisorietà in attesa di poter celebrare la Pasqua della Risurrezione quando e come il Signore permetterà.