Anna Maria BonielloCapri. Un incredibile ennesimo caso di malasanità a Capri ha acceso di nuovo i riflettori sull’ospedale Capilupi. Protagonista dell’episodio, ieri mattina, è stato un giovane disabile, un portatore di handicap di 25 anni che presta servizio come categoria protetta negli uffici comunali dell’isola. Il giovane, costretto su una carrozzella da diversi anni a causa di una grave patologia, mentre era in attesa di sottoporsi ad alcuni esami ambulatoriali all’interno del nosocomio caprese, ha chiesto di poter accedere ai servizi igienici che sono ubicati proprio al pianterreno, accanto al reparto di radiologia. Con enorme stupore però gli è stato risposto che non esisteva una toilette che potesse essere utilizzata dai disabili.Il giovane, indignato, ha chiamato con il suo cellulare il 112, pronto intervento dei carabinieri, e sul posto è subito arrivata una pattuglia guidata dal comandante Pietro Bernardo della stazione di Capri, che si trova a poche centinaia di metri dall’ospedale. I militari, dopo aver raccolto la denuncia verbale, hanno ispezionato gli ambienti delle toilette esistenti e hanno verificato che non erano idonei all’accesso in carrozzella per i diversamente abili, e che non esisteva un bagno specificamente dedicato ai portatori di handicap. Durante il sopralluogo, però, il Luogotenente Pietro Bernardo ha notato che una delle porte, simile ed adiacente a quelle del due bagni esistenti, era chiusa a chiave. Ha chiesto allora al personale del Capilupi di potervi accedere, onde verificare a cosa fosse adibito lo spazio. Incredibilmente, il comandante dei carabinieri si è sentito rispondere dal personale che nessuno era a conoscenza di che cosa ci fosse nella stanza, e – addirittura – che all’interno dell’ospedale nessun dipendente era in possesso delle chiavi della porta per poter accedere a quel vano che, secondo le ricostruzioni, non veniva utilizzato da otto anni. Una spiegazione vaga che ha insospettito il militare: a quel punto, Bernardo ha chiesto al personale di forzare la serratura di quella porta, per poter accedere all’interno e verificare a cosa fosse adibita la stanza. Dopo alcuni minuti per rimuovere la serratura, la sorprendente scoperta: quel locale, originariamente adibito a servizio igienico per disabili, con tanto di sanitari specifici per portatori di handicap, nel corso degli anni era stato trasformato in deposito di vari materiali, oltre che di attrezzature per la pulizia degli ambienti. Non solo. Pile di quei materiali erano stati peraltro accatastati disordinatamente, in quel piccolo spazio divenuto, da wc per disabili, regno del caos e della sporcizia. La scena, che è stata filmata dallo stesso giovane che aveva sollevato il caso, è diventata virale sul web, creando scalpore e disappunto sull’isola, che vanta di essere una delle «perle turistiche» del mondo. Dopo le immagini in rete, i Carabinieri hanno inviato un’informativa portando a conoscenza dei responsabili l’incredibile caso che va avanti da anni: e solo dopo poche ore, intorno alle 14, nella Stazione di Via Provinciale è arrivata la comunicazione che il locale era stato totalmente ripulito, restituendo così finalmente il bagno dei disabili alla sua corretta utilizzazione. Una riapertura-lampo che però non ha bloccato la denuncia dei fatti al Procuratore della Repubblica di Napoli, al quale si è rivolto il presidente dell’associazione nazionale liberi consumatori Gaetano Simeoli, che ha chiesto l’intervento della Magistratura per verificare l’accaduto e perseguire i responsabili.