Anna Maria Boniello. Capri – L’idea lanciata dal Sindaco di Capri di utilizzare la barriera frangiflutti all’esterno della Grotta Azzurra come vetrina d’immagine per sponsor alla ricerca di visibilità rischia di creare una frattura nell’opinione pubblica isolana che già si sta schierando su fronti opposti. Dopo il progetto “Adotta un’aiuola” che ha invece suscitato entusiasmo fra imprenditori ed aziende che hanno aderito all’iniziativa, varata dal delegato al Verde Salvatore Ruocco, che li vede fortemente attivi a ricreare zone verdi di flora caprese, più tiepidamente è stata accolta l’idea partita dal Comune di Capri e rilanciata attraverso un’agenzia stampa che ha battuto la dichiarazione del Sindaco Ciro Lembo che palesava l’intenzione di installare una barriera galleggiante a circa cinquanta metri dalla Grotta Azzurra a mo’ di frangionde per tutelare le piccole e caratteristiche imbarcazioni che introducono i turisti nell’antro di Tiberio, e installare sulla fascia in plastica che emerge a pelo d’acqua dal mare messaggi pubblicitari. “Un escamotage – spiega Lembo – per risparmiare sul costo della struttura e non gravare sul bilancio già in crisi per i tagli che lo Stato ha apportato. Quindi dobbiamo ricorrere a forme di introiti diversi, quali la pubblicità, se vogliamo continuare a dare servizi di qualità ed efficienti.” Per mettere in atto l’iniziativa il Sindaco di Capri Ciro Lembo dovrà confrontarsi con Franco Cerrotta, Sindaco di Anacapri, che ha già comunicato però il suo dissenso. “Va bene la barriera frangiflutti perché serve ad arginare il moto ondoso che si crea per il continuo passaggio di barche al largo, che mettono a rischio il trasbordo dei passeggeri dai motoscafi alle piccole imbarcazioni in legno. Avevamo già preso accordi con la cooperativa dei battellieri – continua Cerrotta – che ci saremo fatti carico di un contributo per venire loro incontro nella spesa iniziale e non vedo quindi la necessità di installare spazi pubblicitari sulla piccola e lunga barriera in plastica che è stata pensata per tutt’altro scopo. Comunque – conclude Cerrotta – porterò l’argomento al vaglio della commissione intercomunale che si occupa della Grotta Azzurra, e sicuramente in quella sede troveremo un’intesa. Dell’esigenza per i Comuni di fare cassa, se ne è parlato anche tra i bar della piazzetta, e sicuramente, dopo l’istituzione del biglietto d’ingresso per i Giardini di Augusto e che ha avuto la fase sperimentale lo scorso anno, ci si avvia nell’intero territorio isolano a reperire introiti da riconvertire poi nel settore turistico : dall’applicazione della tassa di soggiorno, che è già partita il primo gennaio, e che vedrà i turisti che risiederanno in albergo pagare un’imposta che varia a seconda della tipologia della struttura : da due euro per le categorie inferiori ed extra alberghiere fino ai cinque euro per gli alberghi di categoria superiore. Ma la tassa più attesa dalle amministrazioni comunali, e che sicuramente dovrebbe servire a ripianificare i bilanci e migliorare le strutture turistiche, strade, belvedere ed arredi urbani sarà la nascita della tassa di sbarco che estenderà l’imposta a tutti coloro che mettono piede sull’isola, indipendentemente dalla permanenza in albergo o meno, e che, se le statistiche degli sbarchi saranno mantenute, porterà un gettito non indifferente visto che nell’arco di un anno sbarcano a Capri oltre un milione di passeggeri. In attesa che il disegno di legge venga approvato gli amministratori comunali cercano soluzioni alternative per tappare i buchi nel loro bilancio.