di Luigi Lembo
Mykhailo Kocjubyns’kyj è uno scrittore conosciuto da pochi, forse anche per la difficoltà stessa di pronunciare il suo nome correttamente. Eppure stiamo parlando di uno dei migliori autori ucraini vissuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Intellettuale autodidatta, fin da giovane fu influenzato dalle opere di Taras Shevchenko , Marko Vovchok , Fyodor Dostoevsky, Heinrich Heine, Émile Zola, Victor Hugo e Guy de Maupassant. La letteratura ucraina risvegliò in lui un profondo senso di coscienza nazionale e il desiderio di lavorare per il suo popolo già da tenera età. Fu tra l’altro membro della Confraternita di Taras e della Duma municipale di Vinnytsia. Venne a Capri per ben tre volte, tra il 1909 e il 1912 , questo per la necessità di curarsi; era infatti malato di cuore o, secondo altre fonti, di tubercolosi e asma. Era il periodo in cui si sosteneva che il clima salubre della nostra Isola era un vero toccasana per le malattie polmonari e questa fama arrivò fino a lui. Dall’isola scrisse varie lettere alla sua amante Oleksandra Aplaksina, in russo, e alla moglie, Vira, in ucraino, in cui descriveva le sue esperienze a Capri, la natura, la vita quotidiana dell’isola, le consuetudini dei suoi abitanti oltre che raccontare i suoi viaggi a Napoli e in Sicilia, tutto in modo dettagliato e pittoresco. Proprio a Capri diventa amico di Maksim Gorki, noto scrittore russo che anch’egli viveva sull’Isola in quel periodo. Proprio Gorki, ma anche alcuni testimoni dell’epoca raccontano del rapporto particolare di Kocjubyns’kyj con la nostra Isola. Infatti, a differenza di altri, lui non era attratto dalle bellezze naturali o dalla storia di Capri ma solamente da un elemento unico e prezioso che solo qui, secondo lui, trovava: la pace! Si racconta che amava stare per ore a Marina Piccola in contemplazione ad ascoltare il solo rumore della battigia oppure ritrovarsi nella Capri alta, verso l’Arco Naturale, a mirare per ore il volo dei gabbiani. Un Ucraino e la pace: un binomio mai più che attuale in questo difficile momento di guerra. Nel 2015 fu poi realizzato grazie alle sue opere un celebre spettacolo audio-visivo chiamato “il Caprese” e fu presentato per la prima volta proprio in alcune delle città meridionali d’Ucraina: ad Odessa, a Mykolayiv e a Kherson. Tramite la video art, la lettura a voce delle lettere e la musica elettronica l’opera narrava la vicende dello scrittore ucraino Mykhailo Kocjubyns’kyj nello scenario idilliaco dell’isola di Capri. Durante lo spettacolo “il Caprese” le lettere di Kocjubyns’kyj venivano lette da Danylo Khomutovsky, noto conduttore radiofonico. Sullo schermo veniva proiettato un video collage di foto di Capri, di Kocjubyns’kyj e varie immagini che aiutavano a visualizzare le impressioni dello scrittore. A rendere più forte questo effetto la musica elettronica di Anton Quarkmonk Dehtyaryov. La spettacolo fu rappresentato per diversi anni in città che la televisione in questi giorni ci ha reso più conosciute come Kyiv, Mariupol, Lviv e Sievierodonetsk. Che dire, sarebbe sperabile che presto, molto presto, si possa riascoltare la poetica di chi, più di cent’anni fa aveva cercato l’ispirazione per la pace e l’aveva trovato nell’identità stessa della nostra Isola.