Metropolis
di Marco Milano
«Come vengono spesi gli incassi della Grotta Azzurra? ». A chiederlo è Gaetano Simeoli dalla sua Voce di Capri Tv rispolverando il decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 1948. Il provvedimento stabiliva che «per visitare la Grotta Azzurra di Capri ciascuna persona dovrà pagare una tassa di cento lire e della predetta tassa di cento lire, quaranta lire verranno introitate dallo Stato mentre la rimanente somma, suddivisa in parti uguali, verrà devoluta metà a favore del comune di Capri e metà di quello di Anacapri, con l’impegno che venga investita in opere di carattere estetico, atte a tutelare le bellezze naturali dell’isola e ad incrementarne il turismo». Da quel dì ovviamente sono trascorsi oltre settanta anni e da ormai un ventennio la valuta lire è finita negli album degli appassionati di numismatica per lasciare spazio agli euro, ma come sottolinea dalla sua Voce Gaetano Simeoli «ovviamente ora il costo del biglietto è di altro importo, però la suddivisione e lo scopo per cui il ricavo del 60 per cento va nelle casse comunali della città di Capri e del Comune di Anacapri è rimasto invariato. La domanda è chiede Simeoli – come è stata utilizzata e reinvestita la percentuale dei guadagni della Grotta Azzurra fino ad ora?». Secondo stime il duomo naturale più famoso del mondo può essere valutato circa un milione di euro all’anno, ovvero l’ammontare di un incasso medio annuo se si considera che per ogni quinquennio si è bigliettato per circa cinque milioni di euro. Numeri parziali e da aggiornare ma che danno un valore di massima all’antro riscoperto e reso celebre da August Kopisch nel 1826 e da allora divenuto sito turistico per eccellenza dell’isola azzurra dopo una sua precedente storia, quella di epoca romana, quando rappresentava il ninfeo più prestigioso di imperatori e patrizi vari nelle loro venute su quel piccolo scoglio in mezzo al mare. «Nel prossimo bilancio comunale si chiede ancora Gaetano Simeoli, dell’associazione Consumatori come verrà investita in opere di carattere estetico, atte a tutelare le bellezze naturali dell’isola e ad incrementarne il turismo così come obbligatoriamente specificato nel decreto di istituzione della tassa?». Come vengono spesi gli incassi della Grotta Azzurra, dunque, diviene il tema lanciato in questi giorni preludio dell’avvio di una stagione turistica, ancora tutta da capire in termini di dati, arrivi e prenotazioni, che in ogni caso prenderà il via come di consueto nel mese di marzo e comunque prima delle vacanze pasquali.