Anna Maria Boniello. Capri – Alla Certosa di San Giacomo si respirava aria d’Oriente, ieri mattina, con la Cina vista attraverso gli occhi e le memorie di intellettuali italiani dello scorso secolo come Curzio Malaparte, Maria Antonietta Macciocchi e Pietro Corradini. Questo il tema della mostra organizzata nella Certosa di Capri dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Napoli l’Orientale. Un’installazione multimediale dell’artista Gianluca Cingolani che si è inaugurata ieri nel trecentesco monumento caprese alla presenza di un folto pubblico di italiani e cinesi, ed importanti esponenti del mondo della cultura e delle istituzioni. Un incontro che ha voluto tracciare un ponte fra l’Italia ed il paese asiatico, con gli ospiti che sono stati salutati con il dono di monete portafortuna cinesi e della yuebing, il dolce tradizionale della Festa d’Autunno, che ricorre proprio in questi giorni, da parte giovani che indossavano costumi tradizionali dell’Opera di Pechino, donati dal Governo Cinese all’Istituto Confucio di Napoli, presieduto dalla Professoressa Anna Maria Palermo che ha introdotto la mostra nella conferenza all’interno della Chiesa della Certosa, dove hanno preso la parola le autorità a partire dall’ospite d’onore il Prof. Wang Liming, membro dell’Assemblea del Popolo, ovvero il governo cinese, e componente della Commissione legislativa, l’organo che ha il compito di redigere la costituzione della nuova Cina. Il sovrintendente per il Patrimonio Storico, artistico ed etnoantropologico della Città di Napoli Fabrizio Vona ha preso la parola, seguito dal Sindaco di Capri Ciro Lembo,dal Rettore dell’Università degli Studi l’Orientale Lida Viganoni, e dalla professoressa Carla Salvaterra, Prorettore per le relazioni internazionali dell’Università di Bologna. Interventi che hanno ribadito l’importanza delle relazioni fra l’Italia e la Cina, e l’influenza che il colosso orientale ha avuto su intellettuali italiani di grande calibro, protagonisti del viaggio della memoria dell’esposizione: Maria Antonietta Macciocchi, Pietro Corradini e Curzio Malaparte, lo scrittore “caprese d’adozione”, che affascinato dalla Cina che visitò nel corso del suo viaggio del 1957, nelle sue volontà testamentarie indicò proprio la Repubblica Popolare Cinese come destinatario della sua celeberrima dimora caprese, “casa come me” a picco sulla roccia di Punta Massullo. E le suggestioni degli illustri intellettuali, con video, segni, ed immagini fotografiche hanno tracciato l’ itinerario multimediale all’interno del Chiostro Piccolo della Certosa, dal titolo “Italiani in Cina, Note di Viaggio fra il visibile e l’invisibile”, che attraverso degli spezzoni di filmati proiettati da maxischermi, ha accompagnato i visitatori lungo i portici del chiostro, in un ideale percorso virtuale fra l’Italia e la Cina, delimitato da lunghi rotoli con illustrazioni dell’artista, che dividendo in blocchi il tracciato, rappresentavano appunto un viaggio fra il visibile e l’invisibile fra due paesi così lontani come l’Italia e la Cina, in un contesto “site-specific”, sapientemente integrato con la conformazione architettonica del Chiostro Piccolo, con gli ospiti che sono stati guidati nel percorso dalla professoressa Marina Timoteo dell’Università di Bologna che ha collaborato con L’Orientale di Napoli alla realizzazione della mostra che sarà visitabile fino a lunedì 8 Ottobre dalle 9.00 alle 14.00. E con l’installazione di Cingolani, che aperto gli eventi culturali di Ottobre, lo spirito di Malaparte torna ad aleggiare sull’isola da lui amata, che proprio la settimana scorsa ha omaggiato la figura dell’ “Arcitaliano” con la riedizione del premio a lui intitolato, dopo 15 anni di assenza dalla scena culturale isolana.