di Antonino Pane – Il Mattino.
Rottura di una guarnizione del condotto idraulico che muove gli stabilizzatori. Questa la causa del principio d’ incendio che ha bloccato al largo di Capri Il Tremiti Jet con 40 passeggeri a bordo. Lo spruzzo dell’ olio ad alta pressione ha provocato il denso fumo e il conseguente stop dei motori bloccati delle centraline che controllano i circuiti di emergenza.
LA PROCEDURA Un guasto, insomma, che è all’ esame dei tecnici del Rina: dovranno essere loro, infatti, una volta effettuati tutti i controlli, a rilasciare un nuovo certificato di abilitazione alla navigazione per Tremiti Jet. Il tutto sotto lo stretto controllo degli uomini della Guardia Costiera incaricati dall’ ammiraglio Pietro Vella, direttore marittimo della Campania, di condurre una inchiesta su quanto accaduto. «È scattata la procedura prevista in seguito ad una avaria temporanea – spiega il comandante Francesco Cimmino, capo del servizio sicurezza della navigazione della Capitaneria di Porto di Napoli – il Tremiti Jet potrà riprendere la navigazione solo quando i tecnici del Rina rilasceranno un nuovo certificato di abilitazione».
LE VERIFICHE Ma quali sono i controlli da effettuare per abilitare i mezzi veloci alla navigazione? Cominciamo con il dire che rispetto alle navi, i certificati per i mezzi veloci hanno una durata ridotta, un anno invece di due. Le ispezioni vengono effettuate da una commissione mista di cui fanno parte i tecnici dell’ ente classificatore (Rina) e quelli della Capitaneria di porto. «Si controlla tutto – spiega il comandante Cimmino – sia l’ apparato motore che le dotazioni di sicurezza e anche le condizioni di lavoro del personale di bordo.
Sono visite scrupolose dove nulla viene lasciato al caso. Solo quando tutto è in perfetto ordine e sono state adempiute eventuali prescrizioni, si rilascia il certificato che abilita alla navigazione per un anno. In caso di avaria, come è capitato al Tremiti Jet, il certificato viene immediatamente ritirato dalla Guardia Costiera. Solo dopo una visita post avaria, una volta effettuati i lavori, si provvede al rilascio di un nuovo certificato». C’ è poi un altro controllo, quello che riguarda la struttura portante del mezzo, lo scafo.
Questo controllo, che riguarda anche lo spessore delle lamiere, avviene ogni cinque anni ed è propedeutico al rilascio di un’ altra abilitazione alla navigazione da parte del Registro Navale.
LA MANUTENZIONE Ci sono, poi, le manutenzioni.
Queste sono di competenza del l’ armatore e sono dettagliatissime per ogni tipo di mezzo. Diciamo subito che è proprio l’ armatore ad avere il maggiore interesse a che la manutenzione sia fatta bene e nei tempi giusti.
Non a caso, proprio per i mezzi veloci ogni armatore ha una sua officina specializzata. Va subito precisato che i motori marini raggiungono temperature di esercizio elevatissime e una cattiva manutenzione può generare la perdita di un motore che, spesso, costa svariati milioni di euro. Senza dimenticare il fatto, poi, che una barca ferma diventa immediatamente improduttiva con tutto quello che questo significa sul piano economico per una compagnia di navigazione. E proprio per avere sempre sotto controllo i piani di manutenzione degli apparati tecnici, le case costruttrici di motori e impianti di bordo rilasciano specifiche di interventi che nel caso di motori Mtu, i più usati, vanno dalla W1 (semplice controllo di funzionamento) alla W6 (in cui è previsto il completo smontaggio del motore). Dalla W2, verifica di pompe etc, da effettuare ogni 250 ore di navigazione o al massimo ogni sei mesi, si sale fino alla W6 da effettuare ogni 9.000 ore di navigazione o al massimo entro i 18 anni di utilizzo.