Fonte: Il Mattino – 26 giugno 2024
di Antonino Pane
Basta con le emergenze, l’isola di Capri vuole essere autonoma in tutto, a cominciare dai beni di prima necessità. La crisi idrica ha riaperto il fronte e l’appello è stato subito raccolto dal prefetto Michele di Bari che ha riunito i sindaci dei due comuni isolani, la Gori e l’Ente idrico campano e l’Ato e la Regione, proprio per scongiurare una eventuale futura emergenza idrica sull’isola. E i risultati non si sono fatti attendere. «Come avevo preannunciato – ha spiegato il prefetto a fine riunione – abbiamo un piano B. La proposta che è stata fatta ed accettata ha riguardato innanzitutto la presenza di due desalinizzatori che garantiranno una portata adeguata e poi c’è la necessità di avere almeno una ventina di autobotti pronte per l’impiego nell’arco delle 24 ore. E ancora si sta pensando anche all’impiego di una nave cisterna». Insomma Capri dovrà essere pronta a fronteggiare eventuali altre emergenze senza dove ricorrere a divieti di sbarco come accaduto lo scorso fine settimana.
Una prossima riunione di verifica «si terrà – ha sottolineato il prefetto – nell’arco di una decina di giorni. Questo piano B sta prendendo forma». Di Bari ha precisato che l’emergenza dei giorni scorsi è stata affrontata «con la massima tempestività, creando condizioni di sicurezza per la popolazione, abbiamo garantito i servizi essenziali con le autobotti». Per il prefetto comunque l’uso della risorsa idrica deve essere razionalizzato «e questa sarà un’altra attività che i Comuni devono porre in essere perché l’acqua è un bene prezioso».
IL PIANO B
I desalinizzatori non sono nuovi a Capri. Già in passato ne fu istallato uno in dotazione alla Sippic che – dicono i più anziani abitanti dell’isola – non è mai entrato in funzione. Oggi, comunque, le tecnologie hanno fatto grandi passi in avanti e questi impianti soddisfano appieno, ad esempio, le esigenze delle mega navi da crociera. E proprio sulla possibilità di utilizzare desanilizzatori il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, ha annunciato incontri con il presidente dell’Ente idrico campano Luca Mascolo. «Dobbiamo avere la possibilità – ha sottolineato Cerrotta – di farli entrare in funzione in più punti dell’isola in modo da fronteggiare qualsiasi emergenza». Cerrotta chiede anche interventi di riqualificazione dell’intero percorso di adduzione sulla terraferma e sull’isola; la riqualificazione della rete di distribuzione con automatismi per le chiusure (oggi per questa operazione vengono impiegati persone). E poi intervento di riciclo delle acque per usarle per irrigazione. «I dati nazionali dicono – ha sottolineato Cerrotta – che il consumo pro-capite è da 50 a 100 litri per abitanti; se calcoliamo che sull’isola nei picchi estivi sono presenti circa 30.000 persone, il bisogno massimo è di 3.000 metri cubi giorno per uso personale domestico, bisogno che deve essere soddisfatto indiscutibilmente; oggi consumiamo 10.500 metri cubi giorno cioè quasi 4 volte in più del massimo pro-capite: questo significa che il 70% viene usato per irrigazione e altro; allora c’è bisogno di una politica di risparmio idrico, evitare gli sprechi».
La politica per arginare gli sprechi è stata sottolineata dal prefetto e condivisa anche dal sindaco di Capri che si è detto pienamente d’accordo. «Condivido – ha detto Paolo Falco – quanto deciso nella riunione a cominciare dall’assoluta necessità di un piano d’emergenza che deve scattare immediatamente, in caso di crisi. Abbiamo il dovere di agire per ridurre al minimo i disagi e scongiurare altre crisi idriche di questa portata. Una situazione del genere non si ricordava dagli anni 70. Sono ovviamente d’accordo con quanto chiesto dal sindaco di Anacapri in merito alla necessità di un piano di razionalizzazione dei consumi di acqua potabile mediante interventi sia tecnici che educativi e preventivi». Per un impianto di dissalazione autonomo è anche l’Unione nazionale consumatori. Il presidente della sezione isola di Capri, Teodorico Boniello, sottolinea che «è assolutamente inspiegabile, nel 2024, trovarsi su un’isola e far fronte ad un’emergenza idrica così grave. I Comuni devono valutare la realizzazione di un impianto di desalinizzazione o di noleggiarlo per utilizzare una delle nostre maggiori risorse, il mare, per poter far fronte ad eventuali emergenze».