Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Mobilità a Capri, arriva la stagione turistica, preoccupano le arterie stradali dell’isola azzurra. Lo sbarco sulla terra dei Faraglioni di turisti italiani e stranieri, le (beneauguranti) code di vacanzieri con zainetti alle fermate dei bus, stanno rappresentando, già da qualche giorno, l’inizio di fatto della tanto attesa ripartenza 2022 che ci si augura possa rappresentare una rinascita dopo l’emergenza sanitaria dovuta ai contagi Covid 19. Un anno che aldilà di stretta e drammatica attualità, dovrebbe coincidere con l’annunciata rinascita del settore terziario, stretto più che mai nella morsa della pandemia e delle sue conseguenze in questi due anni. A destare preoccupazioni in particolare agli operatori turistici e agli addetti ai lavori, però, in questa fase di rodaggio generale della stagione 2022 sullo scoglio eletto a patria d’adozione dall’imperatore Tiberio sono tra le altre cose le vie carrozzabili isolane, in particolare le due arterie che dal centro di Capri collegano e conducono sino al porto di Marina Grande, all’approdo di arrivi e partenze dei mezzi di collegamento con la terraferma. Da un versante, infatti, quello della provinciale Capri-Marina Grande è ancora presente il restringimento della circolazione dovuto al tragico post-incidente che vide precipitare il bus di linea verso il basso, con regolazione del traffico ancora disciplinata dal semaforo. Dall’altro il rallentamento della mobilità è dovuto alla situazione di via Don Giobbe Ruocco, anch’essa interessata da un restringimento, ma per lavori. Insomma con l’arrivo della primavera, il pensiero degli operatori va a quei flussi turistici che rischierebbero di trovarsi sempre più imbottigliati in un traffico crescente con il passare dei giorni. «Al momento non è stato immaginato alcun piano alternativo ha fatto notare tra l’altro l’imprenditore turistico Guido Gargiulo – e temporaneo che riguarda il traffico almeno sulle strade provinciali del territorio, che possa quantomeno attenuare i disagi che riguardano comunque l’intera rete stradale»