Anna Maria Boniello. Capri – La storia dell’isola narrata attraverso la nascita di un monastero e la chiesa del SS. Salvatore e di Santa Teresa. Ad arricchire la bibliografia dell’isola è stato il libro dell’avvocato Carmine Ruotolo, che come ha scritto il parroco Don Carmine del Gaudio nella sua postfazione, “ha più volte con la sua penna dato lustro alla realtà di Capri, addentrandosi nel patrimonio religioso e culturale, e con questo libro ha voluto prestare la sua attenzione alla chiesa del SS. Salvatore, dove ho realizzato un mio sogno sin dai primi giorni che sono arrivato a Capri come parroco moderatore, riaprendo la chiesa e istituendo all’interno delle sale annesse il ‘Lab-oratorio’ intitolato a Don Angelo di Pino, il sacerdote scomparso che viene ricordato come il Don Bosco caprese, grazie all’attenzione che rivolgeva ai giovani dell’isola.” Nelle sue circa 100 pagine l’autore ripercorre l’avvincente storia del monastero e dell’annessa chiesa, che sull’isola viene comunemente chiamata di Santa Teresa, che vennero fondati dalla caprese venerabile Madre Serafina di Dio nel XVII Secolo. L’immenso edificio che raggruppa chiesa e monastero si trova infatti nel cuore della Capri del ‘600, un periodo storico dove fervevano numerose attività religiose grazie proprio alla Madre di origini isolane, suora Carmelitana della regola teresiana che durante l’arco della sua vita fondò ben 7 monasteri femminili, due sull’isola, Santa Teresa e San Michele ad Anacapri, e 5 fuori dall’isola, a Vico Equense, Massa Lubrense, a Torre del Greco ed in provincia di Salerno a Nocera ed a Fisciano. L’immenso complesso venne costruito grazie anche a numerose donazioni di benefattori –spiega l’autore nella sua ricerca – e tutto ciò è attestato dalle numerose lapidi che si trovano all’interno della chiesa e lungo le facciate del monastero. Opere pittoriche importanti sono ancora esposte sull’altare e nelle cappelle, e tra queste un quadro importante raffigurante la Madonna giovinetta con accanto i suoi genitori Sant’Anna e San Gioacchino del pittore napoletano Luca Giordano che venne incaricato personalmente da Madre Serafina. Nella chiesa si trova anche una pregevole statua in legno massiccio del Ss. Salvatore dello scultore Giacomo Colombo, autore anche del crocifisso che è posto sull’altare di una delle cappelle nell’ex Cattedrale di Santo Stefano. Il libro di Ruotolo svela altri segreti, tra questi l’artistico pavimento maiolicato in ceramica, ora ricoperto da moquette per evitarne il danneggiamento, che secondo lo storico Amedeo Maiuri prelude al pavimento di San Michele ad Anacapri. Ma la chiesa del Ss. Salvatore, con gli annessi spazi, continua ad assolvere le sue funzioni sociali: un vero e proprio cenacolo destinato ai giovani dell’isola, e secondo le intenzioni del clero locale potrà ridiventare quel luogo di culto e di aggregazione così come lo è stato per le generazioni che oggi hanno toccato la soglia dei settant’anni.