Anna Maria Boniello. Capri – Capri ed Anacapri “uniti nella lotta” per combattere l’ingresso dei privati nella gestione del Porto Turistico di Capri. La querelle va avanti dal 13 Novembre del 2014, quando Invitalia, l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione per gli investimenti e lo Sviluppo d’Impresa decise di lanciare sul mercato le sue quote di partecipazione che ancora detiene nel Porto Turistico di Capri che ammontano al 49%, del 51% di Porto delle Grazie a Roccella Ionica, del 20% di Marina Di Arechi a Salerno ed il 100% del capitale sociale di Marina di Portisco in Sardegna e Trieste Navigando nella città friulana. La notizia scatenò una vera e propria tempesta, tanto che si riunirono i due consigli comunali, quello di Capri che immediatamente scese a difesa del suo porto, che tra l’altro è stato costruito interamente con capitali provenienti dal bilancio comunale dell’ente locale che ne detiene il 51%, ed il sindaco Gianni De Martino nel sottolineare tale importante e non trascurabile elemento scrisse immediatamente al Governo per fare escludere il Porto di Capri nel piano di dismissione generale delle strutture portuali, così come inteso da Invitalia, ed invitò poi tutte le forze imprenditoriali dell’isola affinchè dessero la loro disponibilità per il lancio di un’iniziativa economica tutta caprese per tutelare la struttura ed allontanare il pericolo di speculazioni private. Un appello che venne recepito anche dalle opposizioni, e fu proprio Marino Lembo che tra l’altro riveste la carica di presidente dello Yacht Club di Capri a dichiarare che “la decisione di Invitalia a cedere il 49% delle sue quote, rappresenta un fatto gravissimo anche perché il Porto Turistico di Capri, che è una Spa, produce consistenti utili per i soci ed occupazione e ricchezza per l’intera isola”. E dai banchi dell’opposizione partì un pieno mandato al sindaco per porre in essere ogni atto per far sì che la società restasse pubblica e non divenisse preda di interessi speculativi. Un invito che il sindaco De Martino recepì e che nel tempo si è trasformato in atti concreti, manifestando l’interesse ad acquisire il rimanente 49% delle quote. Un interesse che venne immediatamente palesato anche dal “comune di sopra”. Franco Cerrotta, primo cittadino di Anacapri, anticipò tutti inviando ad Invitalia, nei tempi e nei modi prescritti, il 9 Dicembre a pochi giorni dalla pubblicazione del bando, la formale richiesta per partecipare alla procedura ed acquistare il 49% del capitale sociale del Porto Turistico di Capri. Ieri entrambi i due primi cittadini hanno ribadito questa volontà e Franco Cerrotta dal suo ufficio di Anacapri ha fatto sapere che non mollerà di un passo sulle decisioni già intraprese e che metterà in atto ogni azione pubblica per far sì che nel porto di Capri non entri la speculazione privata. Infatti si è saputo che tra le otto buste di offerta già depositate è inclusa quella inviata dal sindaco di Anacapri, che su questo argomento è ben deciso a dare battaglia ed unire le due comunità nell’unico scopo di portare avanti tutte le iniziative che vadano nella stessa direzione ovvero che il porto turistico rimanga in mani pubbliche e sotto l’egida dei due comuni. Ma intanto negli uffici di Invitalia sono ben otto i plichi contenenti le volontà di acquisto delle quote che l’agenzia nazionale intende vendere, e tra queste potrebbe esserci anche quello del network di porti turistici Marinedi, facente capo a Renato Marconi, che è stato per diversi anni vicepresidente del Porto Turistico di Capri per conto di Insud, e che oggi con Marinedi nel Golfo di Napoli è amministratore di Marina di Procida con una partecipazione anche a Marina di Forio.