fonte: ilgolfo24.it
di Francesco Di Meglio
A memoria d’uomo una crisi di questo genere non se la ricorda nessun albergatore, nemmeno a guardare indietro di generazioni in generazioni. Se c’è un settore che pagherà il prezzo più alto di questa crisi globale da coronavirus è proprio il comparto ricettivo-turistico. Un segmento che Ischia, per fatturato diretto e indotto, vale circa il 75% del Pil. Federalberghi: «Avremo un calo del 70% del fatturato, vuol dire che tantissime aziende isolanee no dovranno portare i libri in tribunale entro la fine dell’anno». « Il settore alberghiero non ha un calo, è completamente cancellato, azzerato. Arriveranno nei prossimi mesi una pioggia di fallimenti. Io con un hotel di 65 camere aperto tutto l’anno, con 21 dipendenti, non riuscirò ad arrivare a fine anno ». Più chiaro di così l’albergatore, che chiameremo Mario , non poteva dirla. L’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio l’intero settore, facendo crollare la presenza dei turisti a Ischia quelli termali e quelli della classica vacanza mare. « Avevo già 430 prenotazioni da Pasqua a settembre tra agenzie di viaggio come Tui, Imperatore Travel e portali di prenotazione come Booking.com ed Expedia. Ad alcuni ho dovuto rimborsare il soggiorno, altri hanno annullato e cancellato la prenotazione. Sono distrutto. Devo avere ancora rimborsi dall’Asl per le cure termali deli anni passati. Mia figlia ha un negozio a Forio di abbigliamento. Sono chiusi con la merce all’interno acquistate e arrivata poche settimane prima ». Anche i sindaci dei sei Comuni dell’isola stimanoche gli incassi che perderanno nel 2020 per il mancato introito della tassa di soggiorno sfioreranno il 70% in meno. Dai poco più di 5 milioni di euro che prevedono di incassare, riscuoteranno intorno ad un milione e due/un milione e cinquecento mila euro. Forio incassa circa 2 milioni dalla tassa di soggiorno,Ischia 2 milioni di euro, Barano 80 mila euro, Serrara Fontana 300 mila euro, Casamicciola 450 mila euro, Lacco Ameno 400 mila euro. L’analisi Il lockdown da coronavirus Se la quarantena termina il 03 maggio Le cancellazioni delle prenotazioni agli hotel sarebbero limitate al 40-50% con la finestra temporale ridotta al mese di maggio e giugno, per prenotazioni su luglio ed agosto. Se la quarantena termina il 15 maggio Le cancellazioni delle prenotazioni sarebbe superiore al 65%. La finestra temporale si ridurrebbe dal 30/05 al 30/06 per prenotazioni solo su luglio ed agosto Se la quarantena termina il 02 giugno Le cancellazioni delle prenotazioni sarebbe superiore all’80%. La finestra temporale si ridurrebbe dal 16/06 al 15/07 per prenotazioni solo su luglio ed agosto. « Il problema – continua l’albergatore non è solo questo periodo ma quello che succederà nei prossimi mesi. La crisi è per tutto il comparto turistico diretto e indiretto. Noi sull’isola saremo i più danneggiati di altre località. Nelle città, ad esempio, tra meno di cinque mesi, quindi a settembre, si riprenderanno tra fiere, turismo business, viaggiatori, pendolari. Per noi delle isole sarà devastante. Non abbiamo un turismo business e di fiere» . Federalberghi fa sapere che «Avremo un calo del 70% del fatturato, vuol dire che tantissime aziende dovranno portare i libri in tribunale entro la fine dell’anno se non interverranno misure più pesanti di quelle messe in campo finora ». Ma il problema si aggraverà con le compagnie aeree che stanno cancellando o non atterreranno più con voli diretti su Napoli. Il congressuale per giugno, settembre o ottobre sull’isola è saltato. Gli incontri d’affari con meeting e congressi negli alberghi come il Continental Terme o il Regina Isabella per citarne alcuni, sarà completamente azzerato il turismo termale, così come quello della vacanza mare. Gli investimenti immobiliari, di acquisti e fitti di immobili, che compongono gran parte della torta del real estate ischitano e che si chiudono nella seconda parte dell’anno, si decidono ora. Una fase propedeutica bloccata da e per settimane dal coronavirus e che rischia di avere pesanti ripercussioni quasi cancellarle, visto che già le agenzie immobiliari affaticavano in quanto reduci del terremoto del 2017. PUNTO DI NON RITORNO? A quanto è dato comprendere oggi, non ci sono state crisi nella storia del comparto alberghiero paragonabili a quella che si appresta a dimostrarsi per il 2020 a causa del coronavirus. Né terremoti, né attentati. Questa ‘guerra invisibile’ avrà impatti molto superiori alla sola perdita di camere di marzo ed aprile, di Pasqua e del ponte del 25 aprile e primo maggio. Una attenta lettura delle prospettive per i principali mercati incoming, porta a considerare che la crisi di domanda investirà soprattutto i mercati lungo e medio raggio come americani, francesi, tedeschi, austriaci, svizzeri, inglesi ed i prodotti che più risentiranno saranno quelli turistici Marecioè Ischia, Capri e Procida. Dunque, per il settore alberghiero, una crisi mai vista prima e dalla quale sarà molto ma molto difficile riprendersi. IL COSTO DEL CORONAVIRUS DALL’ANALISI DEGLI ESPERTI DE IL GOLFO24 Più tardi si andrà, più la situazione si allungherà, più usciremo dalle nostre case, più i tempi si allungheranno e peggio sarà. Prima però un calcolo complessivo sul costo del virus per il settore alberghiero ischitano fatto dagli esperti de Il Golfo24. Ebbene, per Ischia, si delinea una perdita di presenze complessive che si colloca intorno ai 2 milioni e 500 mila presenze. Si conteranno 1 milione/ 1 milione e 300 mila presenze per il 2020 da giugno a settembre. Volumi di fatturato moltobassi,sono attesi per il 2020. I tempi della ripresa dei flussi alberghieri potrebbero molto differire: il mercato domestico seguirà un andamento più accelerato di quello estero, ma con volumi non certo equivalenti a quelli storici. I numeri Tassa di soggiorno Si prevede un mancato introito di 3,5 milioni di su 5 milioni del 2019. Imu Si prevede un mancato introito dal 20 al 30% in meno dell’anno passato. Tari Si prevede un mancato introito dal 50 al 55% in meno dell’anno passato. E questo perché i mercati esteri rilevanti per Ischia ma anche per Capri e Procida potrebbero riscontrare limitazioni negli spostamenti e dimostrare maggiore percezione del rischio associato a viaggi intercontinentali. Nel complesso, è possibile stimare un calo di domanda che si colloca fra il -60% ed il -70% a seconda dell’evolversi e della durata delle misure di lockdown. Però, se le misure economiche messe dal governo, regione e comuni sapranno incidere sull’economia reale, in uno scenario in cui il virus non rappresenti più una minaccia, l’impatto di questa crisi potrebbe non essere determinante per i fondamentali di medio periodo. Tradotto, nel 2022 i volumi potrebbero tornare vicini alla media dell’ultimo quinquennio. GLI SCENARI Ed ecco il primo scenario, quello cioè dove il lockdown da coronavirus termina il 3 maggio. In questo caso, il livello delle cancellazioni delle prenotazioni sarebbe limitato al 40-50% per le destinazioni mare con la finestra temporale per nuove prenotazioni mare si riduce principalmente al mese di maggio e giugno, per prenotazioni su luglio ed agosto. Inoltre, l’assenza di chiare indicazioni dal ministero competente, sia giugno che settembre sono a rischio per possibili slittamenti dell’anno scolastico, fattore di impatto sulle prenotazioni. L’albergatore: « Avevo già 430 prenotazioni da Pasqua a settembre. Ad alcuni ho dovuto rimborsare il soggiorno, altri hanno cancellato la prenotazione. Sono distrutto». Il secondo scenario, quello di un lockdown fino al 15 maggio.In questo caso, il livello delle cancellazioni delle prenotazioni sarebbe superiore al 65% per Ischia, Capri e Procida. La finestra temporale per nuove prenotazioni mare si ridurrebbe principalmente al periodo 30/05 – 30/06, per prenotazioni su luglio ed agosto e causa del lungo periodo di incertezza che ha colpito il mercato domestico e quelli internazionali, il mese di giugno sarebbe completamente compromesso. Infine il terzo scenario, quello con il lockdown al 02 giugno. In questo caso, il livello delle cancellazioni delle prenotazioni sarebbe superiore all’80% per Ischia, Capri e Procida. La finestra temporale per nuove prenotazioni mare si ridurrebbe principalmente al periodo 16/06 – 16/07, per prenotazioni su luglio (last minute) ed agosto e causa del lungo periodo di incertezza che ha colpito il mercato domestico e quelli internazionali. Comunque il ‘cuore’ dell’estate (15 giugno-15 settembre) sarebbe completamente coinvolto e danneggiato. CRISI NON SOLO ALBERGHIERA Questa non è una crisi esclusivamente alberghiera, seppur sarà il settore più colpito. I suoi severi impatti si faranno sentire su indotto, sistema bancario, occupazione ma anche presso i Comuni: se anche si considerassero, come tassa di soggiorno, il più conservativo degli scenari comporterebbe incassi mancati presso i Comuni per almeno 3,5 milioni di euro, escludendo quelli legati alla tassazione di altro tipo come Imu e Tari. Attività commerciali come negozi di abbigliamento, ristorazione, pub, enoteche si troveranno penalizzate alla ripartenza non potendo contare sulle vendite, non hanno i soldi per pagare la merce neanche dilazionando ulteriormente le tratte.