Fonte: lofficielitalia.com
di Fabia Di Drusco
La location è imbattibile, all’estremo ovest dell’isola. Basta affacciarsi al balcone della propria suite, o salire sulla fantastica terrazza, per immergersi nel blu di un mare splendido, godersi il volo dei gabbiani e sentire, come Ulisse, tutta la forza del richiamo delle Sirene, che Omero immaginava nascoste tra questi scogli. La struttura originaria, Villa Vismara, progettata da Le Corbusier negli anni 20, è descritta dal suo autore su Domus come una specie di fioritura architettonica, un’emanazione della roccia, una filiazione dell’isola, un fenomeno vegetale, quasi un lichene cresciuto sul fianco di Capri. E in effetti la villa dalle pareti terracotta sembra mimetizzarsi perfettamente nel paesaggio. Sede del comando americano durante la seconda guerra mondiale, nel 1973 viene trasformata in albergo dal conte Goffredo Manfredi. Vicinissima alla Piazzetta e alle boutiques di via Camerelle, con la scalinata nella roccia che scende verso 2 bagni storici, Luigi ai Faraglioni e Fontelina, a pochi passi dall’ingresso, è però piacevolmente distaccata dalla folla, al termine di una passeggiata per la bellissima via Tragara, trionfo di azalee e bouganvillee. Cuore dell’hotel, la terrazza panoramica, con le sue 2 piscine, il Gin Bar, il pergolato di glicine e il rigoglio di campanule, bouganvillee e alberi di limone. Il ristorante Le Monzù, 1 stella Michelin, è l’ideale per cenare sul mare, godendosi la cucina, tradizionale rivisitata sia caprese che napoletana, dello chef Luigi Lionetti. Da assaggiare assolutamente il bon bon di gamberi, per scegliere poi tra il risotto di scampi, limone, capperi e burrata o un secondo di pesce. E Le Monzù è perfetto anche per la colazione del mattino, con le sue sfogliatelle leggere leggere, la buonissima caprese (a base di cioccolato amaro e mandorle) e una pastiera che diffonde tutto il profumo dei fiori d’arancio.
