[da Il Mattino del 14.1.2011] Anna Maria Boniello. Capri – Si allunga l’elenco degli imputati nell’inchiesta successiva al decesso di Raffaele Buonocore, avvenuto in un cantiere abusivo. Ieri il proprietario di Villa Sergant, S.A., professionista napoletano, è stato denunciato a piede libero per violazione alle norme urbanistiche ed alle legge di tutela paesaggistica. Con la denuncia per abusivismo si apre un altro filone d’inchiesta che sarà coordinato dal Procuratore Aggiunto Aldo De Chiara, mentre sul fronte delle accuse di omicidio colposo e violazione delle norme antinfortunistiche sul cantiere le indagini saranno coordinate dal Procuratore Aggiunto Nunzio Fragliasso. Ieri mattina la salma dello sfortunato operaio edile, che a Capri prestava la sua opera a nero, è stata trasferita presso il centro di Medicina Legale di Napoli per l’ autopsia nella giornata di Sabato alla presenza del perito legale di parte nominato dai familiari. Intanto cominciano a delinearsi alcuni aspetti dell’inchiesta che ha portato, il Vicequestore di Capri Stefano Iuorio ed il Pubblico Ministero Emilia Sorrentino Galante a firmare due avvisi di reato, omicidio colposo e violazione alle norme antinfortunistica nei confronti di Nicola Pisacane il titolare dell’impresa edile e favoreggiamento personale per il suo dipendente Franco Farace. L’attività investigativa, avviata tempestivamente da parte del Commissario di Capri Stefano Iuorio ha fatto emergere tutti i risvolti della vicenda, che voleva essere fatta passare in maniera diversa cioè il soccorso dato da Nicola Pisacane, titolare dell’impresa, ad un uomo di cui ignorava l’identità. Una versione che non ha convinto il Commissario, tanto che è arrivato sul luogo dell’incidente con una pattuglia e si è accorto dell’esistenza di un cantiere edile, che faceva capo al Pisacane, proprio in quella zona. Al vicequestore non è restato altro che fare irruzione all’interno dove ha sorpreso alcuni operai intenti a prestare la loro opera. Interrogati sul posto gli uomini hanno dichiarato che non conoscevano l’identità della persona che si era sentita male in strada e che era stata portata in ospedale sull’auto del titolare dell’impresa. La spiegazione non ha convinto il vicequestore che ha provveduto a sequestrare il cantiere e trasferire tutti nei locali di Polizia, dove dopo una serie di confronti è venuta a galla la verità da parte di quattro dipendenti dell’impresa,è cioè che l’uomo deceduto era un loro collega. Solo uno, l’indagato, ha continuato a sostenere la sua versione, da qui è scattato l’avviso di garanzia per favoreggiamento.