Anna Maria Boniello
“Mi trovavo per caso a Gragnano, avevo portato i bambini a trovare la nonna da Napoli, all’arrivo della telefonata con la notizia che avevano sparato a mio fratello Ciro, il cuore mi è saltato in gola, credevo di non arrivare in tempo all’ospedale di Castellammare dove era stato trasportato mio fratello dopo il feroce agguato che aveva subito mentre scendeva dalla sua auto e che lo ha visto addirittura bersaglio vivente di ben dodici colpi di pistola. Le preoccupazioni si sono placate solo quando abbiamo visto mio fratello vivo e che ci ha personalmente rassicurato sul suo stato di salute dicendoci fortunatamente sono vivo, state tranquilli non è successo niente, andiamo avanti per la nostra strada”. Questo il racconto a caldo di Susanna Moccia, sorella di Ciro, l’imprenditore dell’agroalimentare che poco prima della mezzanotte di venerdì sera, 27 novembre, è stato gambizzato, a capo della holding insieme ad Antonino, Marianna e Susanna, la più giovane della famiglia che riveste anche un ruolo istituzionale essendo stato eletta nel luglio del 2014 presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali della provincia di Napoli succedendo a Vincenzo Caputo. Susanna Moccia, trentaquattro anni, sposata con due figli, dopo il matrimonio si è trasferita a Napoli dove vive stabilmente mentre Antonino il secondogenito vive a Gragnano, dove si trova l’azienda di famiglia con la storica “Fabbrica della Pasta di Gragnano”e dove di recente hanno inaugurato un ristorante –pizzeria nello stesso stabilimento dove producono i loro prodotti. Sull’isola azzurra i Moccia hanno aperto da due lustri ben tre supermercati che danno lavoro a circa un centinaio di persone.
-Che idea vi siete fatti dell’accaduto?
“Un grosso buco nero con un interrogativo: chi e perché?”
-Avete mai subito qualche minaccia?
“Qualche tempo addietro qualche lettera minatoria, ma mio fratello passò subito ai fatti e denunciò l’accaduto, ma non è mai successo più niente”
-Di recente avete ricevuto qualche richiesta particolare?
“Noi riceviamo tante richieste ma si tratta sempre di richieste di lavoro, ma a quale imprenditore in questi tempi di crisi non viene rivolta la stessa domanda?. Noi comunque ormai da tre generazioni abbiamo sempre cercato di impegnare personale del posto e posso dire con certezza che diamo lavoro a tanta gente”.
-E allora perché suo fratello ha subito questo tremendo avvertimento nel quale ci poteva lasciare la vita?
“E’ proprio questa la domanda che mi frulla in testa e l’interrogativo che rivolgo a tutti i componenti della famiglia. Noi abbiamo un’esperienza consolidata nel settore ed un’antica tradizione che va avanti di padre in figlio. Nelle nostre attività di produttori di pasta che abbiamo poi cercate di allargare ad altri settori sino ad arrivare a quello della ristorazione con l’apertura di un locale che per rispettare le nostre tradizioni abbiamo chiamato La Locanda della Pasta di Gragnano. Un tentativo per portare il nostro paese al centro delle località di interesse del settore gourmet e turistico”.
-Un entusiasmo che continuerà anche dopo l’attentato che ha colpito Ciro?
“Il lavoro è nel nostro dna e la fiducia nelle istituzioni è forte. Dopo la paura provata e assicuratici lo scampato pericolo per mio fratello l’entusiasmo e l’unione che ha sempre contraddistinto la nostra famiglia insieme ai valori inculcatici continueremo a portare avanti insieme come abbiamo sempre fatto le nostre attività che sono un fiore all’occhiello dell’imprenditoria alimentare campana e non solo”.