Anna Maria Boniello. Capri – Emergenza sanitaria sull’isola azzurra. Fermo il riscaldamento e niente acqua calda per i pazienti ricoverati nei reparti del Capilupi di Capri, con gli ammalati costretti a portare le stufette da casa. Il brusco ed improvviso calo delle temperature, che martedì a Capri hanno sfiorato lo zero, ha portato all’attenzione pubblica un problema che fino a qualche giorno fa, visto il clima più mite, era rimasto nascosto e cioè il guasto dell’impianto di climatizzazione che eroga aria calda ed aria fredda nei reparti di degenza, negli ambulatori e nel pronto soccorso dell’unico nosocomio caprese, che assicura i servizi sanitari per la cittadinanza dei due comuni, circa 12.000 abitanti distribuiti nel territorio di Capri ed Anacapri. Il problema era già sorto estate quando all’improvviso si verificò un guasto all’impianto di climatizzazione interno all’ospedale, uno stop che esasperò malati e familiari a causa clima torrido della scorsa estate. Nonostante le proteste e le promesse, l’impianto di climatizzazione non venne mai riparato. Da indiscrezioni si apprese che la ditta incaricata della manutenzione degli impianti non veniva pagata da tempo. Lo stesso motivo, da indiscrezioni serpeggiate nei corridoi del palazzo, ha causato in questi giorni lo stop alle forniture del gasolio per gli impianti che producono acqua calda, sia sui piani di degenza che negli ambulatori medici e nei locali del pronto soccorso del nosocomio isolano. L’allarme era arrivato proprio dall’ interno dell’ ospedale Capilupi, quando è partita la richiesta da parte dei medici al Direttore Sanitario di bloccare i ricoveri sino a quando non fosse stato riparato il guasto agli impianti di climatizzazione. “Tutto ciò” è scritto nella nota inviata all’ASL Napoli 1 “a tutela e salvaguardia dell’incolumità e della salute dei degenti”. Martedì sera, non appena si è diffusa sull’isola la notizia che i familiari di alcuni ricoverati si erano dovuti munire di stufette per affrontare il freddo che è calato all’improvviso nelle stanze dell’Ospedale Capilupi dove erano ricoverate una decina di persone, tra cui tre neonati nati fra lunedì e martedì, è montata l’indignazione e la protesta che è subito dilagata sul web. A dare il via al dissenso sulla rete è stato proprio un familiare di una paziente ,neo-mamma, ricoverata al Capilupi, che amaramente denunciava che “Capri ormai è ai titoli di coda” perché ai familiari di sua cugina, subito dopo il parto, veniva chiesto di portare una stufetta da casa. Il tam-tam è rimbalzato poi dalla rete fino in piazzetta dove tra i giovani è nata l’idea di costituire un comitato pro Capilupi, così come quello nato nei mesi scorsi pro-Anffas. La notizia è poi arrivata in Comune, dove il Sindaco Ciro Lembo, che non era stato messo a conoscenza dell’incredibile episodio da parte dei funzionari amministrativi del Capilupi, ha provveduto ad informare il Sindaco di Anacapri per avviare un’azione comune tra le due amministrazioni con l’obiettivo di mettere fine ai disagi dei ricoverati. Immediatamente sono partiti i contatti con la direzione sanitaria dell’Asl 1, da cui dipende il Capilupi, e vista la situazione di stallo il sindaco Ciro Lembo ha immediatamente provveduto a far rifornire i serbatoi del Capilupi con 2000 litri di gasolio, per consentire almeno la ripresa dell’erogazione dell’acqua calda nei reparti. Nessuna soluzione immediata invece, è stato comunicato al primo cittadino, era possibile per la messa in funzione dell’impianto di riscaldamento, per la ripresa del quale bisogna attendere gli ultimi giorni del mese di Dicembre, essendo quella la data fissata dalla gara d’appalto per assegnare la manutenzione dell’impianto di climatizzazione dell’ospedale. Stamattina comunque, proprio come assicurato, sarà il Sindaco di Capri Ciro Lembo a recarsi di persona, insieme a tecnici locali, presso l’Ospedale Capilupi, per far visionare l’impianto e cercare una soluzione-tampone che consenta di riparare il guasto sino all’affidamento dell’appalto che l’ASL Napoli 1 dovrà effettuare nelle prossime settimane.