Anna Maria Boniello. Capri – E’ stata portata a termine con successo da parte della Marina Militare l’operazione di brillamento di un ordigno bellico risalente alla Seconda Guerra Mondiale rinvenuto nelle acque di Capri negli scorsi giorni. La nave Chioggia con a bordo i palombari del Gruppo Operativo Subacquei e del Raggruppamento subacque ed incursori Teseo Tesei si è portata nello specchio d’acqua a nord di Marina di Caterola e grazie ai sensori di bordo ha localizzato l’ordigno che si trovava ad 84 metri di profondità. I palombari avvalendosi di modernissimi scafandri ADS Quantum hanno dapprima imbracato la bomba, una “mina da fondo” italiana contenente ben 185 chili di tritolo. Una lunga e difficile operazione visto lo stato dell’involucro esterno della bomba, che risultava rovinato e ricoperto di brandelli di rete da pesca. Dopo alcune ore l’ordigno è stato portato a 30 metri di profondità ed assicurato a dei galleggianti ed è stata trasportata dal cacciamine Chioggia in un punto a tre miglia a sud delle coste di Capri, dove è stata fatta brillare in sicurezza con una contro-carica esplosiva. Per tutta la durata dell’intervento off limits le acque intorno alla nave Chioggia, per far si che tutto si svolgesse senza pericoli per la navigazione. Le operazioni di bonifica della Marina Militare sono proseguite il giorno dopo sulla costa cilentana, dove è stata localizzata un’altra bomba, questa volta di fattura americana, una Demo 500 con 250 kg di tritolo. I militari, utilizzando le stesse procedure adottate a Capri, hanno portato l’ordigno al largo e lo hanno fatto brillare. In entrambi i casi sono stati scongiurati danni all’ecosistema dei fondali poiché gli ordigni sono stati fatti brillare a 20 metri sotto il livello del mare in fondali profondi dai 700 ai 1000 metri, accertandosi dell’assenza di eventuali branchi di pesci nelle vicinanze.