Anna Maria Boniello. Capri – A distanza di due mesi dalla frana che investì la strada, riapre Via Pizzolungo a Capri. Uno degli itinerari del mito, un percorso nel verde che partendo dal belvedere di Tragara costeggia i Faraglioni e Villa Malaparte per inerpicarsi con una lunga scalinata all’Arco Naturale, passando per la Grotta di Matromania, un antro naturale, che ai tempi di Tiberio era dedicato al culto del Dio Mitra e dove addirittura è ancora esistente un’ara dedicata a riti pagani sacrificali per ingraziarsi i favori degli dei. Un vero e proprio tuffo nelle bellezze dell’isola, che nonostante l’asperità viene attraversata dalla primavera all’autunno da centinaia di turisti, e nei mesi invernali è uno dei percorsi preferiti dai capresi che amano scarpinare. La frana che investì la zona il 20 Febbraio scorso fu causata da uno smottamento di una larga fascia di terreno sottostante il manto stradale e che ha trascinato a valle anche un segmento di circa 10 metri del muretto che nella sua caduta ha fatto rotolare a valle detriti, cespugli ed alberi, che rotolarono alla grande mole di terreno sino sulle rocce a picco sul tratto di mare sottostante. Lo smottamento ha interdetto per alcuni mesi l’utilizzo del sentiero costringendo gli habituè a rinunciare alla caratteristica passeggiata ed alla vista dall’alto di Villa Malaparte. L’edificio rosso che “l’Arcitaliano” volle chiamare “Casa Come Me” e le sue linee architettoniche vennero progettate da uno dei più grossi esponenti dell’architettura dello scorso secolo, Adalberto Libera, sulla roccia di Punta Massullo. Una villa dalle linee azzardate per l’epoca in cui venne costruita, dalla quale si gode di una vista privilegiata sullo scenario dei Faraglioni e del Monacone incorniciato nelle vetrate lungo le pareti della casa. A tenere lontano dal luogo turisti ed isolani anche nel caso di Pizzolungo, che prende il suo nome da uno sperone appuntito di roccia alto alcune decine di metri, è stata una delle tante frane che nei periodi autunnali ed invernali si verificano sull’isola, ed in particolare in queste zone impervie dove è ancor più difficile il monitoraggio e la manutenzione di picchi e costoni. I lavori di ripristino che sono stati commissionati dagli Uffici Comunali alla Gori, dopo aver accertato che una delle frane era dovuta alla perdita d’acqua di una conduttura idrica pubblica, sono stati effettuati in soli due mesi, proprio per restituire all’isola una delle più belle passeggiate in una zona di notevole impatto e di rara bellezza ambientale, ricca di macchia mediterranea, e di alcune specie della flora caprense che nascono spontanee proprio in quella parte dell’isola.