Anna Maria Boniello. Capri – La Cassazione revoca la misura cautelare a Francesco Giuliano Verardi, l’imprenditore della nautica entrato nell’inchiesta su Capri del Pool Mani Pulite della Procura della Repubblica di Napoli, coordinato dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino che indagava su presunti episodi di corruzione che vedevano coinvolti un componente dell’ufficio tecnico, l’allora comandante della Stazione dei Carabinieri di Capri, il vice comandante della Guardia Di Finanza e l’imprenditore in questione al quale oggi la Cassazione ha annullato senza rinvio la misura cautelare firmata dal Gip Ludovica Mancini che non aveva convalidato l’arresto richiesto dalla Procura, trasformando il provvedimento cautelare in obbligo di firma presso la polizia giudiziaria. Un episodio che risale allo scorso mese di Novembre, quando i Carabinieri del Noe e un gruppo del Comandando Provinciale della Guardia di Finanza arrivarono sull’isola e notificarono i provvedimenti agli indagati. Divieto di dimora per il funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Capri, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per l’imprenditore Francesco Giuliano Verardi e per il comandante della stazione dei Carabinieri e il sottufficiale della Guardia di Finanza la sospensione dai pubblici uffici rispettivamente per dodici ed otto mesi. Reati pesanti che il Pm. Woodcock ascriveva agli imputati, e tra questi concussione, corruzione, accesso abusivo a sistema informatico, rivelazione di atti coperti da segreto d’ufficio, conclusioni di un’inchiesta a 360 gradi sull’isola azzurra in vari ambienti, dove gli inquirenti avevano fatto ricorso anche ad intercettazioni ambientali e assunto agli atti testimonianze di alcuni imprenditori che hanno fatto delineare i contorni di un impianto accusatorio che la Procura è riuscita a portare allo scoperto. Una storia però che dovrà ancora essere tutta da scrivere e che con la sentenza depositata oggi dalla Corte di Cassazione si affaccia nuovamente alla ribalta. La sesta sezione penale della Cassazione infatti ha accolto il ricorso degli avvocati penalisti Claudio D’Aniello e Giuseppe Fusco, entrambi difensori di Francesco Giuliano Verardi, annullando sia la richiesta di misura cautelare che la successiva ordinanza del Tribunale del Riesame di Napoli che aveva confermato l’obbligo di firma, ritenendo illegittimi entrambi i provvedimenti, sollevando il Verardi dagli obblighi che gli erano stati imposti. Particolare soddisfazione viene espressa dagli avvocati che sin dal primo provvedimento sono ricorsi in Cassazione in quanto “Convinto dell’estraneità del Verardi alle accuse mossegli – dichiara l’avvocato Claudio D’Aniello – la Suprema Corte riporta finalmente alla realtà una vicenda che sin dall’inizio appariva eccessivamente gravata da elementi vacui e meramente suggestivi in merito alla posizione del nostro assistito Franco Verardi.” Con la sentenza presentata dalla VI Sezione Penale della Corte di Cassazione si apre un nuovo capitolo su una vicenda che sta tenendo banco a Capri da diversi mesi in vari ambienti e che ha fatto tremare i palazzi del potere anche perché non si conosce ancora la decisione del Tribunale del Riesame sull’appello presentato dal pool della Procura che aveva chiesto per alcuni indagati la custodia in carcere e per tutti gli altri gli arresti domiciliari.