Anna Maria Boniello. Capri – Capri, regina delle isole, sette chilometri circa di roccia dolomitica e calcarea, per la sua natura geomorfologica è storicamente stata sempre un territorio a rischio frane. I periodi più a rischio sono quelli invernali, per le cadute abbondanti di piogge e le raffiche di vento, e i periodi estivi quando il caldo rovente fa inaridire la terra e la folta vegetazione che copre le rocce. La traccia di questi disastri ambientali si trova nei libri storici più antichi. La frana che partì dalla Certosa nel 1808 fece scomparire per sempre dal panorama delle meravigliose grotte dell’isola la Grotta Oscura. Una lunga serie di movimenti franosi che si ripetono quasi con cadenza annuale. Uno di questi, che partì da punta Castiglione e finì sui tornanti di via Krupp, ha tenuto chiusa per oltre trent’anni la mitica strada che il re dei cannoni regalò al Comune agli inizi dello scorso secolo. Via Krupp fu riaperta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2008 ed ora è nuovamente chiusa proprio a causa di alcuni massi e del pericolo di frana che si è venuto a creare su un lato del costone dei Giardini d’Augusto. Sabato ancora un episodio allarmante che è avvenuto in pieno giorno a Cala Ventroso, una delle più belle baie di Capri, con i Faraglioni da sfondo, nella parte sud dell’isola dove ormeggiano a decine yacht di lusso, piccoli gozzi e imbarcazioni di diportisti attirati dalla straordinaria bellezza del posto, dalla limpidezza e purezza delle acque e dalla tranquillità della zona. Alle 17 di sabato la quiete del luogo è stata scossa e turbata da un boato e una lunga colonna di polvere causata da un improvviso smottamento del tratto di costone che sbuca proprio su una delle calette dove vige l’ordinanza di divieto balneazione per il rischio di frane e caduta massi. Il pericolo è segnalato attraverso l’apposizione di cartelli che sono stati installati dal Comune e dalla Capitaneria di Porto in tutte le zone a rischio. Una ventina sparse tra i territori di Capri e Anacapri, pubblicate nelle mappe che vengono riviste e aggiornate costantemente. Partendo da Marina di Caterola, alle spalle del porto turistico, per arrivare alla spiaggetta del Capo alla base di Villa Jovis dove nel 1992 un sasso caduto dall’alto del costone colpì mortalmente un bambino di 6 anni, Desio Gargiulo, mentre faceva il bagno. A rischio frane anche gli specchi d’acqua antistanti la Grotta Bianca e Occhio Marino, la Grotta dell’Arsenale sotto via Krupp dove è vietato fare il bagno sotto la costa e per ormeggiare le proprie imbarcazioni bisogna tenersi a distanza di sicurezza. Il divieto continua anche lungo la costa che interessa il territorio del Comune di Anacapri, dove esiste da sempre il rischio di cedimenti di fasce costiere: in queste aree sono incluse anche Cala Ventroso (la zona che sabato è stata teatro della frana), Punta Tuono, Cala di Limmo e l’area precedente la Grotta Azzurra. Dopo la frana del novembre 2014, che investì Marina Piccola con uno smottamento che interessò un lungo tratto di costone che partendo dalla zona denominata Villa Casa Mia finì sulla spiaggia pubblica, venne effettuata un’ispezione da parte della Capitaneria di Porto, insieme al Corpo Forestale dello Stato a bordo a un mezzo nautico del comando provinciale di Napoli e ai tecnici del Comune di Capri, con un attento monitoraggio al fine di poter redigere una mappatura aggiornata e verificare dal mare lo stato di pericolo di zone non ancora incluse nelle ordinanze di divieto precedente. Al termine dell’ispezione fu emanata dalla Capitaneria una nuova ordinanza con regole e norme più rigide che, oltre a confermare il divieto di balneazione, le attività di pesca subacquea e il transito anche di piccoli natanti nelle cale e calette, fissava una distanza maggiore per la navigazione e l’ormeggio di ogni tipologia di imbarcazioni, non solo yacht e motoscafi ma anche gommoni, barchette e gozzi di piccole dimensioni. Previste pesanti ammende e sanzioni per coloro che violano le ordinanze in essere.