Fonte: Il Denaro
di Marco Milano
Scoppia a Capri la polemica per un’ installazione artistica posizionata in occasione dell’ 8 marzo e mai più rimossa. Ad accendere i riflettori su quello che si avvia a divenire il caso dell’ estate è stato Teodorico Boniello, delegato per l’ isola di Capri dell’ Unione Nazionale Consumatori. L’ avvocato caprese ha già richiesto per le vie brevi, al sindaco di Capri, Marino Lembo ‘di procedere alla rimozione dell’ installazione artistica posta a pochi passi dalla piazzetta di Capri. Richiesta rimasta, purtroppo, inevasa, anche per il disinteresse, come ci è stato rappresentato, dell’ artista a recuperare la stessa’. L’ opera è stata realizzata come messaggio da diffondere in occasione della Festa delle Donne. ‘La violenza è una gabbia’ questa la scritta che campeggia sulla monumentale opera donata da un’ artista italiana, originaria di Trapani. Una gabbia che reclude delle scarpe rosse con tacco, simbolo di eleganza e femminilità, come le mura domestiche che mettono in prigione con violenza la donna. ‘C’ è un significato nobile e dall’ indubbio valore figurativo, per dare un messaggio giusto e condivisibile contro la violenza ed il femminicidio – dice ancora il delegato dei Consumatori Boniello – ma dall’ 8 marzo è rimasta lì per mesi, anche durante il periodo di lockdown. A distanza di così tanto tempo e proprio dopo la quarantena forzata lasciare una gabbia in tale area non ha più senso. Per turisti e vacanzieri, che arrivano in centro in funicolare, autobus o taxi vedere una gabbia a cielo aperto, dopo una pandemia, non è un messaggio comprensibile. Tra l’ altro è sprovvista di adeguata informazione e in molti si sono chiesti il perché di tale opera e soprattutto il motivo. Pertanto – conclude Teodorico Boniello – confidiamo nel buon senso delle istituzioni cittadine e chiediamo la pronta disinstallazione’.