Fonte: ildenaro.it
di Marco Milano
Acque cristalline e mare pulito nell’epoca coronavirus, è giunto per tutti il momento di una maxi-area marina protetta. A rilanciare per prima l’iniziativa è Capri, ma il progetto potrebbe essere più ampio e dare vita ad un parco marino che metta sotto tutela tutto l’azzurro che bagna le isole, la penisola e la costiera. A dire basta al selvaggio sfruttamento delle bellezze è stata già l’isola azzurra da dove nei giorni scorsi è partita una missiva sottoscritta dalle due amministrazioni comunali e inviata al ministro dell’ambiente Sergio Costa. Una nota per ribadire ‘volontà e piena disponibilità’ a portare a compimento il progetto di istituzione di un parco marino per tutelare le acque dell’isola, e per posizionare Capri sul mercato turistico con forme e potenzialità diverse e moderne, con un brand di località sostenibile e rispettosa dell’ambiente e della natura. A contribuire al rilancio del progetto area marina per le località intorno al golfo sono state anche le tante immagini di mare cristallino che stanno facendo il giro del web in questi ultimi periodi, quelli della gente a casa e della natura ‘liberata’ dalla presenza spesso eccessiva dell’uomo. Le varie associazioni ambientaliste da Marevivo a Legambiente sino ai ‘Verdi’, il movimento politico del ‘Sole che ride’ hanno sottolineato come ‘la vicenda covid-19 restituisce un’immagine nuova di natura e ambiente ed offre una nuova occasione’. Tra l’altro proprio Sergio Costa ministro delegato all’ambiente ed alla tutela del mare del Governo Conte aveva parlato della necessità di un super-commissario contro l’inquinamento del mare e di accelerazione dell’iter per istituire varie aree protette, tra le quali quella dell’isola di Capri. ‘Le amministrazioni comunali di Capri e Anacapri – hanno detto i sindaci isolani Marino Lembo ed Alessandro Scoppa – sono perfettamente in linea su questo argomento e rinnovano la piena attenzione su questa iniziativa e la più ampia disponibilità. Con questo spirito attendiamo di condividere il crono-programma per istituire l’area marina protetta dell’isola di Capri’. Dopo un incontro sull’argomento a gennaio presso la direzione ministeriale ora si chiede la nuova tempistica e l’accelerata annunciata dallo stesso Costa. Il positivo rovescio della medaglia del coronavirus, dunque, per le acque che bagnano le località intorno ai ‘due golfi’, sono i colori e la pulizia del mare e la constatazione che alla riapertura dei mercati turistici, l’offerta mare nella ‘cartolina’ dell’ultimo periodo sarebbe sicuramente più accattivante per gli amanti della natura e soprattutto in linea con un necessario processo che dovrà portare il terziario ad essere sostenibile e responsabile. Considerazioni queste, rilevate da tempo dal mondo ‘green’ che chiede un diverso modo di concepire il turismo in chiave ambientale. ‘Quando questo drammatico periodo sarà terminato – ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli – dobbiamo lavorare per impedire che al ritorno della normalità inquinatori e devastatori riprendano il sopravvento’. E Legambiente sostiene che il mare attuale delle zone campane può essere la migliore occasione per ricordare e rammentare l’urgenza e l’esigenza di istituire la tanto annunciata area marina protetta. ‘A voler far tesoro da quanto di terribile sta accadendo – afferma Nabil Pulita portavoce di Legambiente Capri si impone la necessità di ridisegnare un nuovo rapporto con tutto ciò che ci sta attorno. Che sia un segnale per iniziare a progettare, ripensare e ridisegnare le regole nei luoghi dell’accoglienza?’ La nostra posizione è da sempre a favore delle riserve naturali su tutto il territorio nazionale – aggiunge e per la nascita di aree marine protette. Si tratta di zone di mondo dove c’è una relazione positiva tra uomo e ambiente, dove esiste tutela’. E per tenere bene a mente il mare ‘liberato’ l’associazione ‘Marevivo’ sta documentando lo stato dei fondali in seguito alla riduzione delle attività antropiche in un progetto-documentario dal titolo ‘Il mare al tempo del coronavirus’. Sarà sicuramente l’occasione per capire la necessità che le acque delle zone più suggestiva siano da considerare quanto prima aree marine protette.