Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – A Capri Costanzo Staiano superstar del tennis isolano dimostrando che i campioni non hanno età e sono senza tempo. Un evergreen che alla pari dei grandi divi dei campi in terra battuta quando imbraccia la sua racchetta non conosce ostacoli, non ci sono avversari che tengono. E la nuova occasione per Costanzo Staiano di dimostrare, ancora una volta, di essere campione di tennis, quello da emulare e immortalare in una foto da tenere in camera come si fa con i grandi, quelli di ieri come John McEnroe o quelli di oggi come Novak Djokovic e il più recente neo re di Wimbledon Carlos Alcaraz, è stata la quarta edizione del torneo “Doppio Giallo”. Una competizione “open” del Tennis Club Capri della famiglia Breglia guidato dal maestro di tennis Peppino Di Stefano, l’arbitro internazionale ed unico italiano ad aver arbitrato una finale di Coppa Davis, insieme al maestro federale Giovanni Di Stefano e Francesco Della Corte istruttore di secondo livello e prossimo maestro federale nazionale, alla quale possono partecipare tutti e che, quindi, in modo naturale mette insieme vecchie e nuove generazioni. E a scendere in campo con i talenti destinati a fare la storia del futuro del tennis isolano e riuscire a salire sul gradino più alto del podio è stato, appunto, Costanzo Staiano, campione sempre efficace e risolutivo, vincente nello stile, nel gioco e nei colpi. La classe non è acqua e la stoffa del big senza tempo è stata sotto gli occhi di tutti con Costanzo Staiano che ha realizzato una serie di colpi da assoluto top player sia in semifinale che in finale. A far coppia con Staiano nella finale vincente è stato il giovane Riccardo D’Aniello, con il quale, ovviamente, Costanzo Staiano ha condiviso la vittoria, ma senza dubbio l’orgoglio da eroe senza tempo del tennis isolano sfoggiato da Staiano è destinato a entrare negli annali dello sport caprese. A vincere il torneo di consolazione del “Doppio Giallo” un’altra coppia formata da due “racchette storiche” del tennis della terra dei Faraglioni, Crescenzo Mariniello e Giovanni Vuotto.