Anna Maria Boniello – Capri. Apparecchi sanitari oggetto di donazione chiusi negli armadi e il sindacato lancia la sua denuncia attraverso una pagina Facebook aperta dalla sezione della Cisl dell’ospedale di Capri. Quasi un notiziario che porta allo scoperto episodi che rimarrebbero ignoti. Come quello pubblicato ieri dove la segreteria della Cisl del Capilupi di Capri informa che le donazioni che vengono fatte da cittadini o frequentatori dell’isola non vengono messe in uso. Un caso assurdo, pensando le carenze in cui versa l’unico nosocomio caprese, ma a leggere il documento che gira da ieri sul web si resta allibiti. “L’ estate scorsa – è scritto nel documento postato e firmato dalla Cisl – i titolari della taverna Anema e Core, in collaborazione con il Comitato Art. 32, hanno organizzato una festa di beneficenza che aveva come scopo l’acquisto di una incubatrice da trasporto, da donare al Presidio Ospedaliero di Capri”. Un’attrezzatura importante che non era in dotazione al Capilupi e per consentire l’acquisto decine di cittadini di Capri e ospiti dell’isola accolsero l’appello e parteciparono all’evento benefico dove venne raggiunta la somma necessaria. L’incubatrice venne consegnata a fine estate quasi con una cerimonia ufficiale, presenti anche le istituzioni, ma sino ad oggi, come viene segnalato dal sindacato, non è mai entrata in funzione. A questa va aggiunto un altro importante strumento diagnostico, un cardiotocografo, che consente un esame di ostetricia per la valutazione del benessere del feto in ambito perinatale e della presenza, frequenza ed entità delle contrazioni dell’utero della madre durante il parto. Questa apparecchiatura, che venne consegnata nelle mani dell’allora direttore sanitario del Capilupi da due benefattori frequentatori dell’isola, da due anni “giace – è scritto nel documento messo in rete dalla Cisl Capilupi – nella cassaforte del presidio ospedaliero”. Un inspiegabile comportamento da parte dei vertici del Capilupi che già ha acceso il dibattito sulla rete. Come sempre in prima fila il presidente dell’Associazione Liberi Consumatori, Gaetano Simeoli, che in una sua dichiarazione invita, come atto di protesta, a revocare le donazioni. Un invito che ha già un precedente quando la benefattrice italo-tedesca Claudia Zweig Messanelli ritirò la somma di oltre 2 milioni di euro che aveva donato per la ristrutturazione dell’ala vecchia dell’ospedale a causa del rallentamento dei lavori e di intoppi burocratici che avrebbero fatto saltare i tempi di consegna da lei stabiliti. Ora arriva la denuncia dei sindacati sulle strutture e sulle attrezzature chiuse negli armadi e nello stesso tempo il presidente dei consumatori Simeoli ribadisce con forza: “Non è giusto che le donazioni delle persone in buona fede vengano abbandonate e non utilizzate. Chi dona, specialmente a un ospedale, non può sapere se il suo gesto vada a buon fine. Non capisco perché – conclude Simeoli – nessuno si è ribellato in tutto questo tempo o ha informato i funzionari in carica che le donazioni giacciono abbandonate”.