Anna Maria Boniello
Anacapri.
Anche proprietà immobiliari sull’isola azzurra al centro dell’operazione della Dia di Napoli, che ha portato alla confisca di beni in varie zone d’Italia. Un tesoro di 10 milioni di euro, inclusi immobili, ritenuti nella disponibilità dell’imprenditore Raffaele Sarnataro. Non è la prima volta che gli uomini della Divisione Investigativa Antimafia sbarcano ad Anacapri. In applicazione del provvedimento emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la Dia ha proceduto proprio ad Anacapri al sequestro di alcuni immobili situati in centro, riconducibili a Sarnataro, di proprietà della società “Caprile srl”. Il primo sequestro scattò nel 2004 e le mire degli inquirenti puntarono ad un immobile situato nel pieno centro di Anacapri dove addirittura si trovavano in fitto i locali dell’ex caserma dei carabinieri. L’immobile negli anni è stato frazionato ed ora nella ex caserma si trovano una serie di appartamenti di edilizia residenziale. Nel 2006 i beni vennero confiscati, ma con un provvedimento ad opera della corte d’appello di Napoli la procedura di sequestro venne annullata ad inizio 2012. Oggi il caso ritorna alla ribalta con un nuovo atto giudiziario, la confisca di un appartamento, disposta dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione misure di prevenzione, sempre riconducibile a Sarnataro, in una palazzina che affaccia nella centralissima piazzetta Caprile di Anacapri. Non solo immobili sono stati sequestrati, anche il capitale sociale ed i beni strumentali dell’attività della società “Caprile srl” con sede ad Anacapri in via Rio Caprile 13. La vicenda nasce nel 2000 quando l’imprenditore Sarnataro, attivo nel settore dei rifiuti, fu arrestato, su disposizione del gip del tribunale di Napoli, perché ritenuto di far parte del clan La Torre di Mondragone e perché accusato di aver agevolato il sodalizio criminale nell'intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione. Ieri, con il provvedimento di confisca dei beni disposto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere su proposta della Dda di Napoli, si apre un nuovo capitolo di una brutta storia che ha portato Anacapri al centro di un caso di camorra.