Anna Maria Boniello. Capri – Aria pesante era quella che si respirava ieri nelle corsie dell’ospedale Capilupi di Capri, che per alcune ore sono state visitate dai Carabinieri che andavano alla ricerca di prove ed indizi e riscontri alle accuse pesanti lanciate dal Magistrato nei confronti del Direttore Sanitario del nosocomio isolano Alfredo Irollo, accusato dalla Procura dei reati di corruzione, truffa, peculato, e violazione della norma per la tutela della maternità e sull’interruzione della gravidanza. Il medico funzionario che da alcuni anni siede sulla poltrona più importante della sanità isolana e che sull’isola si era distinto per alcuni risultati raggiunti, non ultimo quello della donazione del cordone ombelicale e del mantenimento degli ambulatori della dialisi. Due risultati che gli isolani ritengono importanti, in particolare la dialisi, a cui ricorrono alcuni ammalati isolani, e nei mesi estivi anche i turisti che si recano ogni giorno negli ambulatori di via Torina. Più sfumata e meno nota la figura del secondo indagato, Nunziante di Somma, nei confronti del quale il magistrato ha ipotizzato l’accusa di truffa e corruzione in concorso con il direttore sanitario. Il dipendente dell’ospedale Capilupi, che risiede in una località della penisola sorrentina, era già entrato nel mirino della giustizia per la vicenda relativa alla cooperativa dei portabagagli, dove il Di Somma si era fatto garante a redimere in maniera minacciosa una disputa tra le due organizzazioni di portabagagli che operano tra Sorrento e Capri. Ma oltre i due provvedimenti cautelari, è entrata nell’inchiesta anche la coordinatrice della direzione sanitaria dell’Ospedale Capilpipi Immacolata Gallieri, che avrebbe rivestito un ruolo importante nella copertura delle prolungate assenze dell’ausiliario Di Somma, timbrando il cartellino di entrata e di uscita per il nosocomio isolano, nonostante l’uomo non fosse in servizio. Una copertura importante per il dipendente del Capilupi, che grazie ad una serie di regalie si era assicurato i favori del direttore sanitario. Ma l’accusa più pesante che ha fatto rimanere increduli, non solo il personale del Capilupi, ma anche numerosi capresi che avevano imparato ad apprezzare il direttore Irollo, è quella relativa all’interruzione della gravidanza fuori dai termini imposti dalla legge. Un reato che Irollo avrebbe compiuto con l’ausilio del ginecologo del Capilupi, il dottor Paolo Giacometti, con l’assenso della paziente, in cambio di soldi. Un’accusa infamante per i due sanitari, che getta un velo d’ombra sull’operato all’interno del Capilupi, che è entrato in un’inchiesta in virtù di una serie di intercettazioni telefoniche per un’indagine diversa sugli appalti delle mense scolastiche ed ospedaliere, e che invece ha portato allo scoperto episodi di malaffare, nonché di malasanità, riportando il nome del Capilupi alla ribalta delle cronache, e questa volta non per i disservizi, cattiva gestione o per la storia infinita dei lavori di ampliamento mai portati a termine, ma con una serie di reati pesanti che sino a quando non sarà fatta luce dalla magistratura, lasciano una macchia sulla credibilità della struttura dell’unico nosocomio caprese.