Anna Maria Boniello CAPRI.Non sarà facile dimenticare i momenti di terrore vissuti ieri mattina dai passeggeri dello Zenit. Il fumo ha invaso gli spazi, una turbina in avaria, il fuoco, tutto l'impianto elettrico del catamarano a rischio. E tanta tanta paura mentre il personale di bordo distribuiva mascherine e salvagenti. Il mezzo veloce della Navigazione libera del golfo aveva lasciato il porto di Capri poco dopo le 8 con 57 persone a bordo in direzione Napoli Molo Beverello. A sette miglia da Capri, circa 20 minuti dall'orario di partenza, a bor-do è scattata l'emergenza a causa di una lunga colonna di fumo che si leva-va dal vano motori situato sotto il ponte di coperta. Il comandan-te del mezzo ha immediatamente comunicato via ra-dio l'avaria alla Capitaneria di Porto, e mentre scattava la catena dei soccorsi, i ma-rinai di bordo con molto sangue freddo tentavano di rassicurare i passeggeri, consegnando ad ognuno il giubbotto di salvataggio gonfiabile, comunicando che niente di grave poteva accadere e che la situazione era sotto controllo visto che non c'era-no dannni alla parte meccanica e ai motori. Ai componenti dell'equipaggio si sono aggiunti anche i sottufficiali che prestano servizio alla Capitaneria di Porto di Capri, che rientravano a casa
dopo il turno di lavoro: hanno collaborato a far fronte all' emergenza. La notizia intanto si era diffusa a Capri in un baleno, molti familiari e amici erano preoccupati per le sorti dei parenti che erano a bordo all'aliscafo, ma anche dall' aliscafo, coni telefonini, arrivavano informazioni. Intanto le operazioni di soccorso venivano coordinate dalla Capitaneria di Porto di Napoli che immediatamente aveva fatto partire una motovedetta, così come da Capri è stata inviata dalla Circomare la Motovedetta Cp455 e l'idroambu-lanza. Una gara di solidarietà nel bel mezzo del Golfo. Una flotta diretta verso lo Zenit, la motonave veloce Isola di Capri della Caremar e la nave da trasporto Billton che era ormeggiata a Capri e a partire verso il punto dove era acca-duto l'incidente anche due mezzi del gruppo motoscafisti, il Grecale e il Libeccio, e alcuni mezzi privati del porto turistico, a bordo dei quali, tra i passeggeri c'era anche il vicedirettore del Porto Turistico, Armando Fiorentino, tra i primi a dare l'allarme. Mentre si trovava sulla rotta per Capri è stato dirottato anche l'aliscafo Aquila della Snav, che aveva a bordo 70 passeggeri. Una task-force che doveva interve-nire in caso di pericolo e di soccorso a eventuali naufraghi. Fortunatamente però la situazione a bordo è stata fronteggiata e l'avaria in corso è stata tamponata, tanto che lo Zenit, scortato dalle motovedet-te, ha potuto riprendere lentamente la rotta per Napoli, dove ha ormeggiato, poco dopo le 10.30. Circa due ore in mare, che a qualcuno sono sembrate un'eternità e che sono state sottolineate alla discesa a terra sulla banchina del Molo Beverello da parte dei passeggeri con una serie di polemiche. Insomma, si è passati dalla paura alla rabbia. Appena messo piede a terra, una donna ha scaricato tutta la tensione: «Bisogna cambiare questo tipo di scafi, siamo inguaiati, succede sempre». E pur elogiando il comportamento dei marinai di bordo che avevano tenuto il sangue freddo, le critiche pesanti continuano nei confronti del tipo di mezzi utilizzati nei mesi invernali. Un passegegro di mezza età urla: «Questi mezzi sono buoni per i laghi, non per il mare». Della stessa opinione un'anziana signora: «E il mare non era nemmeno tanto agitato. È il mezzo che non va bene». Una critica che viene respinta dal presidente della Navigazione Libera, Bruno Aponte, che in una nota diffusa ieri dichiara che «lo Zenit è un mezzo all'avanguardia, di tecnologia militare, capace di trasportare più di 300 persone a 40 nodi e prima era utilizzato per collegamenti internazionali ben più lunghi e impegnativi dell'attuale tratta che si può definire metropolitana. Le nostre navi effettuano migliaia di corse all'anno percorrendo centinaia di migliaia di miglia e trasportando milioni di passeggeri in tutta sicurezza».