[da Il Mattino del 6/1/11] Anna Maria Boniello. Capri – Lo shopping con truffa nella gioielleria Bulgari di Capri si è concluso con la denunzia a piede libero di quattro persone che hanno cumulato una serie di reati che vanno dalla truffa alla ricettazione, alla contraffazione di sigilli pubblici, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti falsi, frode informatica, tutto in concorso tra loro. I quattro denunciati, tutti residenti a Napoli, di età compresa tra i 31 ed i 35 anni avevano messo in piedi una vera e propria organizzazione che operava in diverse città italiane, a Milano, Roma, Napoli e poi a Capri che è stata l’ultima tappa di un itinerario che ha attraversato tutta l’Italia, e che ha visto vittime le gioiellerie Damiani, Chanel, Cartier e poi Bulgari nell’isola azzurra. Il sistema messo a punto, che ha fruttato svariate migliaia di euro, si sviluppava in diverse fasi. Prima la fabbricazione di documenti d’identità falsi da consegnare all’insospettabile ed irreprensibile personaggio che doveva effettuare l’acquisto, che doveva essere effettuato rigorosamente nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Da qui il nome che il Vicequestore di Capri Stefano Iuorio ha voluto dare alla sua operazione che è durata poco meno di sei mesi. La truffa Made in Capri infatti si è verificata nel mese di Giugno, quando nella gioielleria di Via Camerelle si presentò un uomo elegantemente vestito ed accompagnato da un bambino. Un cliente come tanti, secondo la direttrice della gioielleria, che scelse, dopo averne visionati diversi, uno degli ultimi modelli che la maison aveva lanciato sul mercato. L’uomo, al momento di pagare l’importo di seimila euro, esibendo a supporto anche un documento di riconoscimento, firmò un assegno che la direttrice della gioielleria, come accade in questi casi, verificò collegandosi alla Centax, la società che verifica la validità degli assegni e la consistenza degli importi, prima di rilasciare l’autorizzazione. La risposta che arrivò dalla Centax fu negativa poiché la società non garantiva e dispose di non accettare l’assegno in quanto l’intestazione non corrispondeva. L’uomo nel frattempo cominciò a narrare al personale nella boutique una commovente storia, che insospettì ancora di più i responsabili della gioielleria, che non si fecero intenerire anche in virtù dell’indicazione della Centax, e non portarono a compimento la vendita. A quel punto l’uomo si allontanò dal negozio, ignorando che le telecamere all’interno avevano filmato la sua presenza nei locali. L’indomani la direttrice di Bulgari, consultatasi con i suoi superiore, si recò in Commissariato per informare dell’accaduto il dirigente Stefano Iuorio. Iniziò così una capillare azione di indagine grazie anche ai dati ed alla denuncia che i funzionari della Centax presentarono nella sede del Commissariato di Capri. Un’operazione che è andata avanti per alcuni mesi e che ha portato il Vicequestore Iuorio a scoprire che durante i finesettimana erano stati messi a segno colpi identici a quelli effettuati nella gioielleria caprese. Gli acquisti venivano pagati con assegni smarriti o rubati, e le denunzie venivano formalizzate in vari commissariati napoletani solo a partire dal lunedì successivo per permettere alla Centax, che non aveva ancora avuto segnalazioni, di fare perfezionare la vendita. Ma dopo il fallito tentativo a Capri la banda è stata sgominata ed ieri sono state notificate dal Procuratore della Repubblica di Napoli dott. La Ragione le denunce nei confronti dei quattro napoletani F.F. dell’ 1980, autore della fallita truffa caprese e dei suoi “compari” R.V. dell’85, M.G. dell’81 ed M.L. del 75.