Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Capri tra Venezia e la Sardegna per un futuro sostenibile, con alloggi garantiti per isolani e lavoratori ed evitare il rischio Disneyland. L’isola azzurra inizia a intravedere la stagione turistica 2023, e mentre ci si organizza tra manutenzione e ricerca di personale, vengono a galla le criticità sempre più diffuse per l’intero comparto del terziario. In primis la ricerca di personale specializzato nel settore turistico, un vero e proprio puzzle dove gli operatori ogni anno, sempre con maggiore difficoltà, cercano di comporre tutti i tasselli correttamente, formula per un’estate “vincente”. E poi tutto quanto ruota intorno, come, per esempio, la ricerca di alloggi per i tanti lavoratori e dipendenti, non residenti, ai quali le aziende garantiscono la stanzialità, ma combattendo sempre più con il problema legato alla ricerca di locazioni. Il territorio isolano, infatti, non dispone di un grande numero di posti letto, dati confermati (e peggiorati) dal fatto che non si possono realizzare ulteriori manufatti e costruzioni e di conseguenza disporre di molte case e dimore da utilizzare come alloggi di lavoratori, visto che la tendenza è chiaramente quella di fruirne a scopo di attività transitoria per vacanzieri. Ecco che, quindi, tra addetti ai lavori in dialogo anche con le istituzioni si stanno cercando nuove soluzioni con l’obiettivo di evitare una deriva, quella cioè che lo scoglio caro all’imperatore Tiberio diventi esclusivamente una località aperta soltanto nel periodo turistico e soltanto per i turisti, con isolani e lavoratori costretti a traslocare in terraferma e sbarcare ogni mattina per prestare la propria opera professionale. In questo senso si sta guardando al modello Venezia ed alla Sardegna, dove alla pari dell’isola azzurra, in territori limitati per dimensioni e con un’economia che poggia fortemente sul turismo, contemporaneamente sono stati studiati una serie di sistemi per tutelare la necessità di alloggi per i residenti ed i lavoratori di settore.