Teodorico Boniello
CAPRI – Turismo in crisi anche sull’ isola azzurra? Pare proprio di si. A confermarlo sono i dati diffusi dal centro statistica dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo dell’isola di Capri amministrata dal commissario Maria Teresa Pignataro, che annualmente prepara uno studio puntuale sui flussi turistici, raffrontando sbarchi, soggiorno e partenze con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Sono, infatti, stati resi noti i nuovi dati statistici del primo semestre del 2012 ed in particolare quelli del mese di giugno, considerato, dagli osservatori, uno dei mesi di maggior affollamento del turismo stanziale e di qualità. Per il periodo gennaio/giugno 2012 è stato registrato, infatti, un calo degli arrivi minimo dello 0.29%, ma il dato più rilevante è stato un altro: quello relativo alla durata del soggiorno. Una diminuzione dei giorni trascorsi sull’isola, pari al 7,17%, segnale che la lunghezza della vacanza del turista è fortemente diminuita. Più specificamente il calo di presenze degli italiani è stato pari al 14,40% mentre delle correnti straniere è dell’1,58%: evidente, quindi, che il cittadino medio del Bel Paese cerca di contenere le spese, tagliando sulle vacanze di lusso, come quella a Capri. Vistosa la diminuzione delle prenotazioni e delle presenze nelle strutture ricettive a cinque stelle che hanno registrato, secondo i dati forniti dall’Azienda di Turismo, una diminuzione del 7.80%. Clamoroso, anche in questo caso, il dato degli italiani: in calo del 20,87. Sorprendentemente, in senso positivo, è il dato degli esercizi extralberghieri (affittacamere, case vacanze, e B&B) con uno +12,92% di presenze ed un +2,20% di italiani. Quest’ultimo dato palesa la crisi delle grandi strutture a vantaggio di quelle con costi più economici. L’indice di occupazione, per il mese di giugno, dei posti letto nel 2011 era stata del 70%, mentre nel 2012 è del 60%, ciò vuol dire che il 40% dei posti letto disponibili sono rimasti vacanti, con uno sbalzo del 11,50%. In fortissimo calo è stata la presenza degli americani, che, in ogni caso, guidano la classifica degli stranieri presenti sull’isola, con -10,31%. In leggero aumento tedeschi, inglesi ed australiani. A sorpresa i nuovi flussi provengono dal Sud America: da Argentina e Brasile in particolare e dal Medio Oriente. Sergio Gargiulo, presidente dell’associazione Federalberghi dell’isola di Capri, così commenta questi dati: “Guardando a quello che sta succedendo in altre località turistiche non dobbiamo essere troppo pessimisti. Altrove si segnalano cali di arrivi e di presenze molto più consistenti dei nostri. A Capri tutto sommato assistiamo ad un decremento mantenuto. La diminuzione delle presenze italiane rappresenta un calo fisiologico”. Il leader degli albergatori non manca di lanciare frecciate alle altre categorie. “Dovremmo abituarci – continua Gargiulo – a non esaminare e giudicare soltanto la diminuzione delle presenze ma a guardare i fatturati. Lì il calo è sicuramente più grosso rispetto alle statistiche relative agli arrivi. Il problema è che soltanto gli alberghi devono sostenere in continuazione la promozione dell’intera isola e interessarsi dell’accoglienza, soltanto gli alberghi sono costretti ad abbassare le tariffe per evitare la fuga dei turisti. Molte categorie economiche dell’isola hanno ancora il coraggio di aumentare i prezzi, mentre noi albergatori siamo costretti a calare le tariffe per lavorare”. Il raffronto di presenze giugno2011/giugno 2012, prendendo in considerazione quindi solo il mese di giugno, registra -1,50%. Il movimento portuale ha segnato 18.194 arrivi in meno con una media di passeggeri giornaliera sul porto commerciale di Marina Grande di 16.900 persone tra arrivi e partenze.