di Luigi Lembo
La scorsa settimana ho avuto l’occasione di raccontarvi di come Capri fosse stata spesso una straordinaria fonte d’ispirazione e di pace per chi veniva dall’Est Europeo. Non solo il paesaggio, la natura, la gente serviva a esprimere questi valori; a volte bastava anche un inaspettato frutto a far nascere una grande passione. E’ la storia di un sacchetto di mandorle e di un amore incredibile tra il filosofo Walter Benjamin e Asja Lacisun’attrice lettone che nella Russia centrale, a Orjol, aveva fondato un teatro per bambini proletari. Siamo nel giugno del 1924. Nella Piazzetta di Capri si teneva un periodico mercato; tra le bancarelle di pesce, di frutta e verdura, una vendeva mandorle. Lei è Asja Lacis,militante comunista, che oltre al lavoro di regista era nota per aver svolto un ruolo di mediatrice tra le avanguardie russe e il teatro politico della Repubblica di Weimar. Era legata al critico teatrale Bernhard Reich e proprio con lui, per la Pasqua del 1924, aveva portato a Capri la figlioletta Daga, perché si rimettesse da un’infezione polmonare. Reich lasciò però presto l’isola per andare a Parigi dove aveva impegni di lavoro. Nelle memorie scritte molti anni dopo e secondo quanto riportato in un bel articolo di Giuseppe Marcenaro sul Foglio, Asja Lacis racconta del suo primo incontro con Benjamin avvenuto proprio a Capri proprio in quei giorni.“Con Daga, diceva Asja, andavo sovente a far spese in piazzetta.Un giorno volevo comprare delle mandorle ma non sapevo come si chiamassero in italiano e il venditore non capiva cosa volessi. Si fermò accanto a me un uomo che disse: ‘Posso aiutarla, signora?’. Ebbi le mandorle e me ne andai con il mio pacchetto attraverso la piazza. Il signore mi seguì: ‘Posso accompagnarla e portarle il pacchetto?’. Lo guardai. L’uomo continuò: ‘Permetta che mi presenti: dottor Walter Benjamin’. A mia volta mi presentai. Da subito maldestro tanto che il pacchetto da lui voluto portare a tutti i costi gli cadde di mano. In complesso aveva l’aspetto di un intellettuale. Mi accompagnò a casa. Si congedò e chiese il permesso di venirmi a trovare. Benjamin ritornò il giorno dopo e confessò che mi osservava da due settimane”. Se AsjaLacis fu per Benjamin da subito una infatuazione, ben presto l’afflato momentaneo mutò in qualcosa di ben più intenso. Certamente complicato. Quell’incontro dal carattere casuale, in realtà, era per Benjamin il compimento di una premonizione. Da parte sua infatti, Benjamin aveva sempre agognato un viaggio in Italia e a Capri in particolare. Deciso a sfuggire alla “cattiva influenza di cupe atmosfere” del periodo ante guerra, era arrivato alla determinazione, lui grande amatore dei libri, di finanziare il viaggio vendendo parte della sua biblioteca. Ancor prima di partire per Capri si era costruito un’immagine del luogo. La fuga verso l’isola era diventata la sua più vitale aspirazione: vivere in un ambiente ampio e libero. E ancor prima che accadesse l’incontro determinante, quasi una premonizione, egli considerava il soggiorno a Capri un evento di profonda trasformazione della propria esistenza. Arrivò a Capri il 9 o il 10 aprile. Prese alloggio alla pensione Gaudeamus, dove, pochi giorni dopo, lo raggiunsero alcuni amici con cui aveva progettato il viaggio. Il gruppo si trasferì pochi giorni dopo al piano superiore di un’abitazione privata in via Sopramonte 18, non lontano dalla Piazzetta. La casa aveva una terrazza dalla quale si godeva la vista del mare. Benjamin viveva con esaltazione la “prodigiosa bellezza” dell’Isola, “l’eccezionale splendore” della vegetazione di una sublime perfidia soprattutto per lui che aveva il terrore della natura.L’isola da subito aveva rappresentato per Benjamin un idillio di luce, calma, e voluttà. Da tempo non provava una simile emozione. Per la prima volta dopo anni poteva soddisfare il suo insaziabile e panico desiderio di sensualità. Poi l’incontro con Asja. A Capri si innamorò disperatamente di lei. In una lettera inviata ad un suo amico raccontava: “Ho conosciuto una rivoluzionaria russa di Riga, una delle donne più notevoli che abbia mai incontrato”. I mesi trascorsi a Capri con Asja liberarono in lui i suoi impulsi vitali diventando un’intensa avventura costellata da momenti di grande passione. Poi le strade dei due si divisero:alla partenza di Asja da Capri, Benjamin cadde in una crisi da abbandono. Iniziò così un lungo rincorrersi per l’Europa a risvegliare tra loro i ricordi e i momenti di quell’estate ma non fu più così. Benjamin aveva nel frattempo chiesto anche il divorzio dalla moglie Dora Kellner, di cui era ancora formalmente il marito, per sposare Asja Lacis ma lei non volle formalizzare quell’idillio. L’ultimo incontro, a Riga, Benjamin si presentò alla porta di Asja con un sacchetto di mandorle a ricordare le origini del loro incontro ma queste evidentemente non erano più le mandorle capresi e i sapori e le sensazioni di quei giorni erano oramai per sempre tramontati.


















