Fonte: Roma
di Eduardo Cagnazzi
Il turismo è in zona rossa in Campania ed ha bisogno di misure straordinarie per riprendersi. La sospensione dei versamenti di ritenute e contributi per il settore non sono sufficienti per salvare una stagione oramai compromessa. Per il momento le misure adottate sono ritenute come un “pronto soccorso”. «È un primo aiuto, ma sicuramente occorrono interventi più incisivi e strutturali, come quelli per salvaguardare l’ occupazione nel periodo estivo. Purtroppo con la chiusura di Milano e di parte del Veneto si è creato un effetto a catena e tutto lascia presagire che ci vorrà del tempo per tornare alla normalità e sperare che non venga danneggiata la stagione estiva, che per Ischia ha un’ importanza strategica», dichiara Isidoro Di Meglio, direttore commerciale del Gruppo Dim Hotel.
«Degli otto alberghi del gruppo presenti sull’ isola ne avevamo aperti quattro fino a domenica ma siamo stati costretti a chiuderne uno per mancanza di ospiti. È una situazione di emergenza senza precedenti. Speriamo che le cose vadano meglio per Pasqua e per i mesi estivi che rappresentano il 40% degli incassi annuali», aggiunge. Luigi Lembo, titolare del l’ Agenzia di viaggio caprese Grotta Azzurra, dice che è ancora presto per tracciare un bilancio «anche perché la stagione è ancora ferma e le attività riprenderanno poco prima di Pasqua». Sull’ isola, comunque, l’ attività turistica non registra forti rallentamenti per il coronavirus, come sta accadendo altrove, e al momento è confermata anche la Rolex Capri Sailing Week che quest’ anno sarà valida pure per il campionato europeo.
Discorso diverso per Napoli dove la maggior parte delle agenzie di viaggio sono alle prese con disdette delle prenotazioni con percentuali che arrivano anche al 50 per cento, come afferma Anna Spinosa, tour operator, titolare di Campania Incoming: «Le cancellazioni più numerose vengono dagli istituti scolatici per i viaggi d’ istruzione e da clienti indivi duali, soprattutto italiani, per i quali avevamo già predisposto specifici pacchetti non solo sui castelli e la Napoli borbonica, ma anche per altri luoghi della regione, come la Reggia di Caserta, Pompei, Paestum. Le uniche richieste che ci arrivano sono relative ai rimborsi delle prenotazioni fatte».
Non è solo l’ incoming che desta le maggiori preoccupazioni. «A parte i pacchetti già concordati di gruppi di israeliani, giapponesi e coreani con destinazione Napoli e la Campania, dobbiamo fare i conti anche con i nostri fornitori rimasti bloccati nelle zone rosse del Nord Italia», commenta Cesare Foà, titolare di Fancy Tour. Un altro grido d’ allarme viene dal segmento con gressuale e degli eventi aziendali, una filiera produttiva che coinvolge insieme con le agenzie di viaggio e le strutture ricettive anche aziende private di trasporto, società di catering e di servizi tecnici. «Per questi motivi stiamo lavorando all’ organizzazione di una manifestazione a Napoli con la partecipazione di tutti i soggetti che hanno a che fare con il turismo, senza le sigle di appartenenza alle spalle, convinti che la cancellazione di questi eventi significa arrecare un ingente danno economico non solo alle imprese direttamente coinvolte nella loro organizzazione, ma anche alle città e ai territori che li ospitano», riferisce Foà.