Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Abbattimenti Anacapri non si arrende e intanto si invoca un piano speciale per gli abusi di necessità. Dopo le demolizioni dei giorni scorsi portate in esecuzione anche nel periodo straordinario di emergenza dettato dal coronavirus è l’ansia da ruspa a continuare a tenere banco all’ombra dei Faraglioni. La paura di una visita improvvisa che possa avviare un iter per radere al suolo anni di sacrifici, anche in presenza di abitazione principale e unica dove si sono condivisi per anni affetti familiari, figli che crescono e le gioie di un nido messo in piedi con impegno e magari tante rinunce è un timore che sta togliendo il sonno a tanti isolani. Ma alla pari del nervosismo per un fatale campanello che può suonare da un momento all’altro cancellando in pochi minuti una vita intera, serpeggia anche tanta amarezza tra i capresi e gli anacapresi. L’amarezza di vedere la scure degli abbattimenti concretizzarsi senza un criterio oggettivo, meritocratico che possa distinguere i vari casi di abuso, di costruzione realizzata senza le dovute autorizzazioni è palpabile e palese tra la cittadinanza isolana. Ad accrescere l’amarezza la demolizione dell’altro giorno di un manufatto che secondo quanto evidenziato dalla stessa amministrazione comunale di Anacapri era un immobile oggetto di richiesta di condono del 1994 ed in più dotato di parere favorevole della commissione del paesaggio del Comune di Anacapri. Intanto si studia sull’isola azzurra un regolamento ad hoc per determinare una graduatoria di merito. Un sistema che possa riordinare la classifica di chi ha costruito in modo irregolare ribaltando il metodo, non più in ordine cronologico ma per esempio di motivo. In questo modo si andrebbero ad analizzare ed eventualmente demolire prima manufatti, costruzioni, piscine, ampliamenti, se realizzati con obiettivo superfluo vale a dire per lusso, vacanza o ancor peggio con il lucro dell’attività commerciale e soltanto in un secondo momento passerebbero in rassegna quelli che si sono effettuati in situazioni di necessità, come la crescita numerica del nucleo familiare, l’esigenza di disporre di un’unica abitazione dove vivere e così via, fermo restando che in questi ultimi casi si procederebbe con una norma speciale proprio per rendere tali abusi sanabili se circoscritti all’interno di determinate misure.