Fonte: huffingtonpost.it
di Silvia Renda
Le mosse dell’amministrazione per riportare pace nell’isola assediata. Il sindaco Paolo Falco a HuffPost: “I nostri sono territori da conoscere, non da depredare”
Non si fa neanche in tempo a sbarcare dall’aliscafo. Il turista approdato a Capri regge già in mano diversi depliant con le migliori offerte per visitare l’isola. A questo prezzo puoi bere un caffè in piazzetta, a quest’altro realizzare un tour dei luoghi più caratteristici, a quest’altro ancora un giro in barca. Ci sono pacchetti che variano dai più ai meno economici, al turista è stato spiegato da ragazzi intenti a pubblicizzare l’una o l’altra attività. Sempre questi “acchiappini” braccano i clienti sul ciglio della strada, mostrano menù anche a chi non è interessato, con l’intento di convincerlo a scegliere il locale per il quale lavora. Parlando con HuffPost, il sindaco Paolo Falco definisce la pratica uno “stalking” ai viaggiatori. “Per tanti turisti, il viaggio a Capri sta diventando un inferno”, ci racconta la presidente di un’associazione culturale di Capri, storica osservatrice dei costumi dell’isola, “Stanno tutti intruppati a vedere gli stessi posti, con tour organizzati che promettono di far conoscere il volto più bello dell’isola, ma in realtà propongono solo una maratona a perdifiato. Capri sta perdendo la sua identità, sta diventando un brand”. Per ristrutturare un turismo di qualità, spiega il sindaco Falco ad HuffPost, è stata approvata un’ordinanza anti petulanza e il comune, insieme ad altri piccoli centri turistici come Cortina e Roccaraso, sono in trattativa con la ministra del turismo Daniela Santanché, per l’approvazione della Carta d’Amalfifi: la proposta è un potenziamento del potere dei sindaci per tamponare i danni dell’overtourism. Con l’ordinanza, ribattezzata anti petulanza, l’amministrazione stabilisce il divieto di svolgere su suolo pubblico qualsiasi attività di promozione diofffferte di beni e servizi, il divieto alla promozione di attività ristorative, tramite personale collocato all’esterno dei locali, il divieto di avvicinarsi a residenti e turisti mostrando menu, depliant, volantini, mappe geografifiche e qualsiasi tipologia di materiale pubblicitario. Per i trasgressori, sanzionififino a 694 euro. “L’obiettivo principale da parte del comune e sostenuto da noi, e quello di ripristinare un’immagine positiva dell’isola”, racconta ad HuffPost Teodorico Boniello, a capo della delegazione di Capri dell’Unione Nazionale Consumatori italiana, omonimo nipote di uno storico assessore caprese, che fifinì la sua vita politica nella segreteria del governo Spadolini. “I commercianti in questione spesso non sono neanche legati al territorio”, dice Boniello. Vengono dai dintorni, da posti come Amalfifi, Sorrento, Napoli. Propongono visite a Capri da mille euro – compresi di spostamenti, caffè, e notte in un b&b – che poco fruttano al territorio, “Va tutelata anche l’attività commerciale di chi non ha la possibilità di farsi pubblicità in maniera così appariscente. Ma se la polizia municipale deputata ai controlli non controlla, resta solo carta”. “I capresi che amano la propria isola pensano che Capri stia perdendo l’anima dell’ospitalità”, commenta la presidente dell’associazione culturale. I pulmini non riescono a smaltire il carico di persone, le funicolari non hanno abbastanza posti per assorbire la richiesta senza creare importanti file: “Ho cinque nipoti, se si dovessero sposare a Capri non troverebbero più case. Chi le possiede preferisce affittarle a 300 euro a notte ai turisti e l’isola si svuota di residenti”. Qui l’overtourism comincia la mattina e finisce alle 18: gran parte della gente se ne va con l’ultimo vaporetto: “Il turismo c’è sempre stato, abbiamo posti bellissimi ed è giusto che vengano visitati. Ma bisogna tutelare i residenti e i turisti stessi”. È anche nelle intenzioni del sindaco Paolo Falco, che per parlare del tema ha recentemente avuto un incontro a Capri con la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Il 2 luglio è previsto un tavolo tecnico con la ministra che sta valutando la proposta dei sindaci dei piccoli comuni italiani più attrattivi per i viaggiatori. L’istituzione di un tavolo permanente con il ministero del Turismo era uno dei primi obiettivi della Carta di Amalfi, siglata al termine del summit nazionale Destinazioni e Comunità per un Turismo più sostenibile promosso dai Comuni di Amalfi, Arzachena, Capri, Courmayeur, Cortina d’Ampezzo, Pinzolo – Madonna di Campiglio e Polignano a Mare, e a cui hanno già aderito Roccaraso, Riomaggiore, Taormina, Positano, Pollica, Champoluc, Ravello, Praiano, Castellabate, Ascea ed Ischia. “I posti belli sono sempre belli, ed è sempre bello un viaggio a Capri”, dice Falco, “Ma se i tour operator continuano a organizzare viaggi di tre ore negli stessi luoghi, il disagio sarà per i turisti e per i residenti. Non vogliamo criminalizzare gli operatori del turismo, né richiedere un numero chiuso, ma i territori sono luoghi da conoscere non da depredare: i sindaci dovrebbero avere la possibilità di controllare gli arrivi e le visite in determinati luoghi in base alla capacità di accoglienza, per distribuire al meglio le richieste. Serve una norma che ci permetta di dire alle regioni quanta gente può arrivare. E anche la possibilità di assumere più dipendenti pubblici per controllare il territorio. Perché sì, Capri conta 7mila abitanti. Ma ogni giorno qui transitano 20mila persone”.