Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Tema: “un personaggio dello spettacolo e dello sport che ammiro in particolar modo”, svolgimento: “il personaggio che mi è più simpatico è Maradona protagonista del calcio mondiale e del Napoli”. L’elaborato scritto con la classica disposizione “a metà colonna” di un foglio a righe è datato 1990, quando il suo autore, oggi ultraquarantenne era un ragazzino caprese che, come tutti amava, il Dieguito. E ritrovare tra montagne di quella carta, oggi tanto odiata, negli archivi scolastici, un tema “scritto a mano”, nei giorni della scomparsa del più grande divo del calcio di tutti i tempi, dimostra che le emozioni su carta non hanno tempo, e che probabilmente un “file” scritto al computer di oggi, tra trent’anni non susciterà lo stesso effetto. “Diego nacque da un falegname e da una casalinga – scriveva l’allora giovanissimo caprese – gli avi di Diego erano campani emigrati in Argentina per la miseria e la povertà”. E già perché a rappresentare il mito per un ragazzino di ieri, che commosso ha ritrovato e riletto il suo tema da uomo e papà oggi, a parte il Maradona “attualmente è il migliore giocatore del mondo” era anche la sua storia di semplicità e di povertà, di eroe mosso da quella voglia di riscatto anche sociale. “Diego aveva una famiglia poverissima – è scritto – e abitava in una bidon vill con due fratelli, Hugo e Raùl, due calciatori ma non dello stesso rango di Diego. Maradona giocava inizialmente nelle stradine del suo paese”. E ancora la narrazione precisa, come quella dei grandi personaggi che si studiavano sui libri di storia, della carriera del suo personaggio preferito. “Nel 30 giugno dell’84 – scrive – Diego arrivò al Napoli di Juliano e Ferlaino e fu pagato con la cifra astrnomica di 16 miliardi. Per il Napoli fu il giocatore salvezza, in città si fece una grande festa”. E poi il legame a doppio filo tra Napoli e l’Argentina. “Maradona portò al titolo mondiale – si legge in un altro passaggio del tema – per la terza volta e dedicò la coppa al suo paese e al Napoli”. Ma il giovanissimo autore dello scritto pur da tifoso napoletano “senza se e senza ma” nel descrivere il suo personaggio preferito non faceva a meno di raccontarlo con la nuda cronaca. “Quest’anno Diego per i suoi capricci – il tema è datato 1990 – è tornato dall’Argentina quando il campionato era già iniziato”. Un compito che valse le lodi della professoressa che lesse e corresse quelle parole. “Più che soddisfacente – questo il giudizio – lo svolgimento è rispondente alla traccia e piuttosto ricco di notizie del personaggio”.