Fonte: Il Mattino
di Titta Fiore
«Luchino amava molto quella casa nel verde che s’ affacciava sul mare, a Ischia era felice».
Grande amica di Visconti e cineasta di fama internazionale, Liliana Cavani ricorda bene la Colombaia, la villa bianca nel bosco di Zaro dove il regista passava le sue estati e dove spesso capitava di incrociare gli attori dei suoi film, come Alain Delon o Helmut Berger, o i suoi collaboratori più stretti, come Suso Cecchi D’ Amico e Franco Zeffirelli, o di assisere nel piccolo anfiteatro tra gli alberi alle prove di qualche suo spettacolo teatrale. Magari con Maria Callas. Da Capri, che è da sempre la sua isola del cuore, ogni tanto la regista di «Portiere di notte» e «La pelle» li raggiungeva con un barchino. E ora, sapere che la casa-castello con i torrioni merlati e le volte gotiche orlate di azzurro che è stata buen retiro e laboratorio artistico di un maestro del cinema italiano, versa in condizioni disastrose, vandalizzata e preda di topi e pipistrelli, la stupisce e la indigna. «È un’ ingratitudine che non ha giustificazioni», dice.
Quando è stata l’ ultima volta alla Colombaia, signora Cavani?
«Un po’ di anni fa e non avrei mai immaginato che fosse stata abbandonata al degrado.
Pensavo la tenessero bene. Ricordo che l’ avevano restaurata.
È molto grave questo abbandono».
I motivi addotti sono molti: ritardi, contenziosi, veti incrociati, lentezze burocratiche…
«Guardi, se le cose si vogliono fare, si fanno. La verità è che manca il senso civico. Non solo a Ischia».
Quale potrebbe essere la destinazione della villa, secondo lei?
«Potrebbe ospitare una scuola, un centro di ricerca, un laboratorio collegato a un centro universitario… Le ipotesi sono tante. La villa ha un bel parco, lo si potrebbe aprire al pubblico, a patto che sia ben tenuto s’ intende, e collegarlo a una biblioteca a disposizione degli ischitani e dei tanti visitatori che frequentano l’ isola».
Si dovrebbe trasformare, insomma, in un polo culturale.
«Bisognerebbe mettere quegli spazi a disposizione della comunità. Ischia avrà pur bisogno di qualcosa… In questo campo a Capri c’ è un po’ più di attenzione, e me ne dispiace per Ischia, è un’ isola così bella, ci sono tanti ragazzi.
Si potrebbe fare della Colombaia, ripeto, un centro culturale di ricerca, immaginare uno spazio per convegni…».
C’ è chi propone di destinarla a una sezione distaccata del Centro Sperimentale di Cinematografia, che ne dice?
«Credo che servano cose più stabili e più legate al territorio».
Cosa avrebbe voluto Visconti per la Colombaia?
«Forse sarebbe contento se in quelle stanze ci fosse anche un centro studi dedicato al suo nome e alla sua opera.
Ma, soprattutto, avrebbe voluto che le istituzioni che hanno in carico l’ edificio allestissero qualcosa di utile, di necessario per gli ischitani. Luchino era un uomo intelligente, io lo conoscevo bene».
Eravate colleghi e amici.
«Lo stimavo, mi stimava. Luchino era un uomo e un artista sempre generoso, con Fellini e altri cineasti, per esempio, prese pubblicamente le difese di Portiere di notte quando il film finì nel mirino della censura. D’ estate capitava che c’ incontrassimo alla Colombaia. Io arrivavo da Capri con un barchino a motore e approdavo nella caletta della villa che era sempre piena di amici suoi e aveva un giardino magnifico».
Il giardino di cui Visconti si occupava personalmente, coltivando profumate «belle di notte» e ortensie blu che ornavano tutte le stanze della villa.
«Luchino amava Ischia, la trovava bellissima, quando stava lì era felice. Per questo si era costruito una casa elegante, comoda, in un posto magnifico e incontaminato. Era bello quel piccolo bosco che c’ è intorno all’ edificio. Sarebbe interessante, ripeto, farlo diventare un parco cittadino con annesse biblioteca e caffetteria. Io sono nata a Carpi, una città di sessantamila abitanti che ha una signora biblioteca in un palazzo nobiliare. Ci ho studiato anch’ io, da ragazza. Perché non si può pensare a qualcosa di simile per Ischia?».
Per qualche anno la villa è stata sede di una scuola di cinema e di teatro.
«Di queste scuole ce ne sono più che a sufficienza nel mondo, organizzarne un’ altra su un’ isola sarebbe scomodo e poco funzionale, mentre ci sono materie che hanno il loro punto di forza nella condivisione delle esperienze, nello stare insieme. Serve un progetto al servizio degli studenti, dei ricercatori universitari in campo scientifico o umanistico. Poi, si può organizzare anche qualche convegno. E rimettere a posto la saletta di proiezione per programmare cicli di film e allestire una videoteca. Oppure, perché no, si potrebbe pensare a una residenza per anziani, magari trattati meglio di quelli di Milano… C’ è tanto da fare. Ma certo, lasciare la Colombaia nell’ abbandono è un delitto».
Cosa si sentirebbe di dire, in definitiva, agli ischitani e alle istituzioni?
«La Colombaia è un dono prezioso. Usatelo bene».