di Marco Milano
E’ tradizione consolidata e conosciuta quella di mangiare lenticchie per il Nuovo Anno. Anche solo un cucchiaio come raccomandavano i nonni quando si era bambini e non si amavano i legumi, che, invece, crescendo ci si rende conto di quanto sono buoni e “fanno bene”. Lenticchie, dunque, per lasciarsi questo tremendo 2020 alle spalle e soprattutto procurarsi fortuna e ricchezza (basta anche quella morale, di spirito, anzi è molto più preziosa) per il 2021. E se questi legumi che simboleggiano nella forma le monete, secondo quanto contemplato dai sacri libri di cucina vanno serviti a Capodanno da soli “a zuppa”, ma soprattutto “in compagnia” di zampone e/o cotechino non sono gli unici a simboleggiare l’augurio di un anno fortunato. Nel primo caso, of course, il consiglio è quello di farne una scorpacciata, considerando le ottime proprietà nutritive, la leggerezza nella digestione ed il fatto che secondo la leggenda sono direttamente proporzionali alla ricchezza futura, più lenticchie, più soldi (anche quelli simbolici). Semplice assaggio nel secondo, invece, visto che alla leggerezza di lenticchie in modalità zuppa si accompagna un importante, imponente carico da novanta come lo zampone e/o il cotechino, succulenti e prelibati per carità, ma “importanti” dal punto di vista calorico e sull’apparato digerente, tenendo presente, poi, che sono tutte giornate in cui il cibo la fa da padrone, ancor di più in questo 2020 da lockdown, coprifuoco e insomma da “tutti a casa”. Ma volendo seguire anche le altre tradizioni a tavola per garantirsi dodici mesi proficui e di buona sorte non vanno dimenticati in primis, l’uva, il melograno e le verdure di colore verde. Infatti soprattutto in Spagna, ma anche in molte parti del Messico, allo scoccare della mezzanotte, ci si lascia andare in una “gara” a mangiare “chicchi” d’uva di buona fortuna. Di origine incerta, il proverbio “se mangi uva per Capodanno conti i quattrini tutto l’anno” è la conferma di quanto sopra descritto. Per quanto concerne il melograno, poi, la simbologia vale a Capodanno come per il resto dell’anno, e cioè di un frutto amato da Venere e Giunone, come spesso testimoniato dalle rappresentazioni artistiche di queste dee, portatore di fertilità, fecondità, intesa anche come ricchezza. Dal Messico ci si sposta di poco, e cioè negli Stati Uniti dove, invece, l’augurio di Capodanno è più impegnativo, vale a dire è a base di fagioli neri in un piatto dalle sensazioni western, completato da riso, cipolla, bacon. E se durante la notte vi viene in sogno Tex, mantenete la calma, era già tutto previsto. Per le verdure di colore verde, inoltre, vale lo stesso “ragionamento” dei legumi “a forma” di monete, e quindi verdure dal colore delle banconote, nell’immaginario da sempre, con l’inossidabile Zio Paperone che ci ricorda si chiamano “i verdoni”. Sull’argomento, senza scomodare gli esperti, basta dilettarsi in cucina nella preparazione di zucchine o di cavoli, broccoli, verza, o metterli insieme in uno trionfo vegetale per concludere positivamente la pratica cibo beneaugurante di Capodanno. Il nostro giro del mondo in…80 piatti continua nelle Filippine dove, si torna alla frutta di forma tonda per richiamare le monete e quindi la fortuna, mentre dalle parti degli “occhi a mandorla” non si rinuncia a piatti abbondanti di riso, guarniti con salse e cibi “grassi”, in onore della ricchezza, da simboleggiare in altri paesi orientali anche con una presenza di riso crudo da spargere a tavola, come “soprammobile” però, per carità, non mangiatelo!! E pian piano torniamo a casa con zampone e cotechino, se si pensa che nella tradizione austriaca ma anche ungherese non può mancare in generale la carne di maiale, animale considerato simbolo di progresso, prima di sederci a tavola con vista sul golfo di Napoli sapendo che una manciata di peperoncino non guasta mai, soprattutto perché “il corniciello” allontana malocchi e guai. Buon Anno!