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Intelligenza artificiale nella musica? I maestri Bahrami e Rea: «Non suoni al posto nostro, altrimenti noi non lavoreremo più» (Photogallery)

Al Festival Internazionale di Capri, Bahrami-Rea portano il loro "Bach in the moonlight" e lanciano un appello garbato agli spettatori affinché si torni alla vera bellezza e cultura

di Redazione
28 Settembre 2023
in Events, Photogallery
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: Il Messaggero.it

di Angela Orecchio

«Ci stiamo disumanizzando. Questo è “contro” l’intelligenza artificiale affinché non suoni mai al posto nostro. Altrimenti noi non lavoriamo più». È con questa denuncia melodica ed educata che i maestri Ramin Bahrami e Danilo Rea aprono – sorridendo – il concerto “Bach in the moonlight” andato in scena nella splendida cornice della terrazza de La Canzone del mare a Marina Piccola in occasione del Festival internazionale di Capri – Il canto delle Sirene, il 23 settembre.

Festival Internazionale di Capri, Ramin Bahrami e Danilo Rea in “Bach in the moonlight”: la prima assoluta

Festival internazionale di Capri, la denuncia di Bahrami e Rea

Musica e intelligenza artificiale, il matrimonio non s’ha da fare. E a sentirli suonare, non possiamo che dar loro ragione. Le nozze invece tra Bahrami e Rea sono quel piccolo grande miracolo che tutti ci meritavamo. Ramin Bahrami è tra i più celebri interpreti di Bach al mondo. Danilo Rea una leggenda vivente del jazz. I due fuoriclasse del pianoforte si incontrano anni fa a Roma di fronte «a un piatto di carbonara» – racconta Ramin – «di amatriciana» – è convinto Rea – e la storia della musica è presto scritta.

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Bahrami e Rea: sodalizio d’autore

Una melodia perfetta, nonostante i due generi sembrino così divergenti, fatta di sguardi d’intesa e di una colorata sensibilità senza confini. L’estro dell’improvvisazione del jazz di Rea si accorda alla perfezione con il rigore della musica classica di Bahrami. «È un ascolto reciproco e un respiro all’unisono» spiega il maestro iraniano «E poi Danilo è molto rispettoso del testo». Ramin muove le sue mani guardando gli spartiti, Rea vola alto vivendo d’istinto consapevole, quello che riescono a creare è pura poesia in note. Sentirli suonare sotto la Luna di Capri è un’emozione.

Bach in the Moonlight: come nasce il progetto

“Bach in the moonlight” è un progetto visionario, ed è Danilo Rea, che intuisce ancor prima che questo miracolo accada, la genialità di poterlo realizzare.

Ma la cosa più incredibile è che per la prima volta nella storia della musica, attraverso l’improvvisazione, Danilo rivoluziona e crea un intreccio insolubile con le versioni originali di Bach-Bahrami, in linguaggio jazzistico il suo messaggio universale. Il risultato è musica che fa spostare il tempo e lo spazio.

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Intelligenza artificale e musica: «Bisogna tornare al passato guardando il futuro»

E mentre la tecnologia ha permesso a McCartney di “duettare” con l’ologramma di Lennon e gli algoritmi hanno “resuscitato” artisti come Amy Winehouse, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e Jim Morrison, i maestri di piano difendono la vera cultura.  «La musica di Bach riesce a tradurre il mondo insensato e mediocre di oggi. Bisogna tornare al passato andando verso il futuro». Un concerto in cui i due maestri riescono a rendere semplici le complesse armonie caratteristiche del genio della musica tedesca. Si guardano, si sorridono e si capiscono, donandoci un nuovo approccio all’ascolto.

Il messaggio per i ragazzi

E se per Ramin Bahrami, Bach è stato un salvatore di vita e per Rea un esame da superare al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, i due ora si metto al suo “servizio” aggiungendogli nuove e fresche sonorità senza mai volerlo snaturare. «Viviamo nel rumore disorganizzato ormai, ma noi artisti abbiamo il dovere di sollevare le coscienze perdute. Anche mia figlia è stata già “contaminata” dalla musica attuale» ci racconta con dispiacere Bahrami «ma bisogna dare ai ragazzi gli strumenti per salvarsi dalla deriva in cui il mondo ci sta spingendo». Perché, aggiunge Rea: «Chi sa di più ha il dovere di comunicare». E loro con le loro esibizioni riescono a comunicare oltre “il sol e le stelle”. E possiamo solo dirgli “grazie”.

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Ma sono loro con la sconfinata umiltà dei grandi a voler ringraziare qualcuno: «Il mio grazie va ai miei maestri che mi hanno permesso di essere libero», a Rea gli fa eco Ramin che aggiunge: «e poi un grazie al Festival di Capri perché queste iniziative salvano la musica, e chi le organizza può essere solo un uomo coraggioso».

Geppy Gleijeses è l’anima del Festival

E l’“eroe” che ha reso tutto possibile è Geppy Gleijeses, attore e regista, che ha fortemente voluto il Festival, giunto alla sua terza edizione. «Non si può pensare che Capri sia considerata solo glamour e ristoranti. Qui ci è passato il mondo intero. È la mia isola – rivendica Gleijeses – io mi sento un cittadino adottivo di questo posto e sentivo la necessità di provare a restituire all’isola l’arte organica di cui fino a poco tempo fa si nutriva. Ecco perché nasce questo progetto». E il direttore artistico ci è riuscito a ridare il giusto prestigio alla “sua” Capri con un cartellone di eventi, andati in scena dal 13 al 24 settembre, caratterizzato da contaminazioni tra generi quali teatro, musica, fotografia e cinema. Ad aprire il Festival, il 13 settembre alle ore 18,30, presso gli Archi del Chiostro Piccolo della Certosa di San Giacomo di Capri, la mostra fotografica dedicata Franco Zeffirelli in occasione del Centenario della nascita: “I divi e le dive di Zeffirelli” in collaborazione con La Fondazione Zeffirelli. L’omaggio al grande regista è proseguito sempre il 13 settembre alle ore 20,00 al Chiostro Piccolo Certosa di San Giacomo di Capri con la proiezione del film “Franco Zeffirelli, conformista ribelle” regia di Anselma Dell’Olio, ospite d’onore della serata Robert Powell. A seguire, venerdì 15 settembre alle ore 21,00, Alessio Boni ha debuttato in prima assoluta al Chiostro Grande della Certosa di Capri con “Jean-Baptiste Poquelin detto Molière”. Sabato 16 settembre ancora un debutto nazionale con Barcelona Flamenco Ballet in “Flamenco Reborn” presso il Chiostro Grande Certosa di San Giacomo di Capri. Il Ballet Flamenco de Barcelona diretto da David Gutiérrez e Paula Reyes fonde tre stili di danza: il jazz, la danza contemporanea e, naturalmente, il flamenco. Venerdì 22 settembre alle ore 21,00 è andata in scena Marisa Laurito in “Donna Lucia Morgano e Zum Kater Hiddigeigei”, con la partecipazione di Geppy Gleijeses. Lo spettacolo è una prima assoluta e che si è tenuta al Teatro del Quisisana di Capri. Nella serata di sabato 23 settembre alle ore 21.00 presso la Terrazza della Canzone del Mare (Marina Piccola), Capri, Ramin Bahrami e Danilo Rea si si sono esibiti nel concerto “Bach in the moonlight”, una prima assoluta a Capri per due dei pianisti più grandi del mondo. Poi domenica 24 settembre alle ore 21,00 debutteranno in prima nazionale, nella Piazza San Nicola di Anacapri, Iaia Forte e Tommaso Ragno con “Arbasino show” di Michele Masneri. Domani giovedì 28 il Festival si concluderà con un evento unico nel suo genere, il concerto nella Grotta Azzurra. A impatto ambientale zero, senza nessun supporto acustico e illuminati a pila, Fiorenza Calogero e Mario Maglione eseguiranno tre concerti di mezz’ora l’uno, situati nell’antro naturale della Grotta. I fortunati spettatori, quattro per ognuno dei venti barchini dei traghettatori capresi, godranno dalle piccole imbarcazioni le melodie napoletane nella meraviglia della “Grotta”. Il Festival internazionale di Capri, organizzato dall’ Associazione Festival Internazionale di Capri, è un evento programmato e finanziato dalla Regione Campania (POC 2014-2020) tramite Scabec, Società Campana Beni Culturali con il sostegno del Ministero della Cultura, la partecipazione dei Comuni di Capri e Anacapri e la collaborazione della Direzione Museale Regionale della Campania e della Certosa di San Giacomo.

Photogallery Capri Press by G. Rosato

 

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