Fonte: Roma
ROMA. «È una situazione accettabile se momentanea, perché con la sola ristorazione e bar si snatura la reale funzione della discoteca: socialità e divertimento». A dirlo all’ Adnkronos Maurizio Pasca, presidente dell’ Associazione italiana imprese di intrattenimento di ballo e di spettacolo, sulla chiusura delle discoteche ancora in atto. «Ben venga se serve per ripartire, ma deve essere momentanea. Le discoteche sono chiuse da 15 mesi e i ristori sono stati ben poca cosa rispetto ad altre attività che hanno ricevuto di più – sottolinea -. E poi tante altre attività del Paese hanno già riaperto con l’ esclusione delle discoteche, che sono in grande, grandissima sofferenza. Poi bisogna tenere pre sente che l’ 80 per cento dei locali da ballo ha una capienza tra i 200 e i 300 posti: se il problema è l’ assembramento ne ho visti in altri luoghi, quotidianamente». Dal canto proprio, Gianluigi Lembo (nella foto), proprietario dello storico locale di Capri Anema e Core, 8 chiaro: «Pensiamo sia una fase transitoria, comprensibile, vista la prudenza con la quale si affrontano le aperture. Ma proprio questa gradualità consentirà di aprire in maniera stabile e definitiva. Ci siamo organizzati di conseguenza, predisponendo il locale e riorganizzando la fruibilità della taverna, mettendo in piedi una forma di intrattenimento che consentirà di godersi la musica dal vivo, in spensieratezza, dal pro prio tavolo e nel rispetto delle norme di sicurezza». Infine, Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento, ritiene «tardiva questa scelta del Governo di riaprire come servizio di bar e ristorazione. Siamo per la completa riapertura dei nostri locali perché noi facciamo un mestiere che si chiama spettacolo e se avessimo voluto fare i ristoratori o i baristi avremmo scelto un’ altra tipologia di attività. Quando tutte gli altri settori vengono aperti siamo ancora una volta discriminati. Tempo addietro, quando si fecero riaprire bar e ristoranti, chiedemmo che i locali di pubblico e spettacolo venissero riaperti nella loro funzione di somministrazione. Ma il governo Conte non ci fece riaprire».


















