Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“Il problema fondamentale è che se le cose non migliorano, il primo stipendio lo prenderemo a maggio 2021”. Il gruppo dei lavoratori stagionali di Capri che nei social conta circa settecento iscritti fa sentire la propria voce in una lettera-appello inviata al sindaco di Capri Marino Lembo. Preoccupazioni e disagi, angosce e paure per una stagione turistica, quella del 2020 che non si “aprirà” né in questi giorni né nelle prossime settimane e che rischia, forse, di finire in soffitta senza mai vedere la luce. Una situazione che porterebbe chi opera a Capri soltanto nei mesi estivi o comunque nel periodo legato alle attività turistiche a poter lavorare e guadagnare direttamente il prossimo anno, pur dovendo intanto sostenere spese varie. E se i buoni spesa e la sospensione delle imposte decretati dal comune di Capri sono una forma di sostegno alla popolazione isolana, resta in piedi, comunque, il problema per i lavoratori stagionali dell’isola di essere in gran parte rimasti fuori dal decreto governativo. Una categoria su tutte, per esempio, le commesse e gli addetti alle vendite dei negozi, che sono una “sezione” diversa per la burocrazia di Stato rispetto a chi opera nel turismo intendendo alberghi, stabilimenti balneari, esercizi pubblici. L’isola azzurra che ha fatto del fashion, della moda, dell’abbigliamento uno dei suoi brand ha “prodotto” in questi ultimi anni una bella fetta di popolazione che si dedica a questo settore del commercio che si è vista, dunque, tagliata fuori. C’è poi la richiesta avanzata già da qualche tempo dall’amministrazione comunale di Capri di ampliare i mesi di riferimento della Naspi, l’indennità di disoccupazione e poi più di recente l’istanza per inserire anche le categorie di lavoratori stagionali “dimenticate” per il sussidio dei seicento euro. “Di che tempi parliamo in caso di accettazione di questa richiesta – si chiedono i lavoratori stagionali di Capri – affinché possa essere data la possibilità anche a noi ‘esclusi’ di poter fare domanda”. Gli stagionali, infine, si augurano “nel caso dovesse partire un minimo di stagione lavorativa” di vedere almeno “un intervento in cooperazione con le aziende presenti sull’isola per garantire sei mesi di lavoro”. Sui disagi legati alle famiglie dei lavoratori stagionali anche il gruppo consiliare “Capri Vera” guidato da Roberto Bozzaotre aveva suggerito un “sostegno per le categorie che non potranno ricevere il bonus e per i lavoratori che hanno visto terminare la Naspi e che rischiano di rimanere senza alcuna copertura per i mesi a venire”, oltre che un “contributo per i fitti di prima casa”.