Fonte: Metropllis
di Marco Milano
A Capri non solo overtourism e flussi di viaggiatori mordi e fuggi, ma anche un turismo culturale per i vacanzieri stanziali sulla terra dei Faraglioni, da sempre simbolo di libertà. Da domani, infatti, l’isola azzurra sarà all’insegna dell’arte “come rivendicazione di genere”. E in questo senso il vessillo dello svincolo da ogni forma di conformismo sventolerà idealmente a Villa Lysis, la dimora del barone Jacques Fersen ai piedi del monte Tiberio, luogo di amori e identità, dove torna per il quarto anno, accompagnando un pubblico di appassionati e intellettuali sino al termine del weekend, il festival “CapriArt* – Arte come rivendicazione di genere”. In cartellone un vero e proprio cenacolo di artisti, da Anna Ammirati a Lino Musella, da Cristina Donadio a Marie Modiano e Peter von Poehl che incontreranno il pubblico riportando in vita la memoria della Capri di un tempo, la Capri dei giardini segreti e degli intellettuali, dell’impegno e della cultura queer, della libertà. E per l’edizione 2024, con la direzione artistica di Mauro Gioia, prodotto da Etabetalab il festival CapriArt* guarderà alla Svezia, paese con il quale l’isola è legata a doppio filo grazie al medico scrittore Axel Munthe e alla sua Villa San Michele. “Il festival si ispira alla vocazione dell’isola – spiegano dall’organizzazione – come paesaggio di libertà e alle donne e agli uomini straordinari che da questa terra, e dalla sua placida eversione, hanno tratto linfa per la loro arte: un patrimonio ancora tutto da esplorare”. In partenariato con la Fondazione Axel Munthe si parte domani sera con la coraggiosa esistenza di Anne Charlotte Leffler, proto-femminista “in lotta con la società”. Il giorno dopo, invece, sarà la volta di una Maria Antonietta sconosciuta, interpretata da Cristina Donadio, sabato prima “Le passeggiate culturali” e poi lo spettacolo onirico “Isole”. Domenica gran finale con “Capri-Ballad of The Spirits”, poesia e spoken word, ispirati dalla magia dell’isola.