Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Numero chiuso, accosti programmati e restyling del porto, a Capri sono queste le priorità prima dell’avvio della stagione turistica. Il booking targato isola azzurra sta già registrando i primi confortanti dati e il 2023 sembra, stando alle previsioni, preannunciarsi come un anno a dir poco record, in fatto di arrivi e presenze. Le richieste, infatti, per una notte con vista sui Faraglioni durante i mesi caldi, stanno già fioccando e se a questo si aggiunge che nei primi giorni di febbraio si vedono già transitare lungo le strade dell’isola, turisti e vacanzieri, tutto lascia pensare che alla riapertura di alberghi, attività commerciali ed esercizi pubblici, ci si troverà dinanzi ad un vero e proprio boom. Un successo che, sicuramente, è nella secolare identità della terra dei Faraglioni, da sempre scoglio a vocazione altamente turistica, ma che dall’altro lato, presenta il classico rovescio della medaglia, vale a dire l’urgenza di dotarsi di un’organizzazione dei flussi, con la riduzione al minimo delle criticità nei vari comparti coinvolti dalla cosiddetta “rete”. In primis a preoccupare è il porto di Marina Grande, unico terminal di arrivi e partenze per chi punta verso la magica terra di Tiberio che, ancora oggi, si presenta con le sue ridotte dimensioni e le problematiche legate, per esempio, alla ben poco confortevole attesa alle banchine di partenza in molti punti senza riparo da sole e pioggia. E poi l’abbondanza di arrivi nei mesi estivi di navigli provenienti da varie località del golfo, a poca distanza oraria l’uno dall’altro, che, spesso, si trasformano in una invivibile bolgia sul sopracitato stretto molo. Una mole incredibile di persone che diventa subito dopo un altro problema, quello del lungo “smaltimento” di tutti coloro che, poi, dal borgo marinaro desiderano raggiungere il centro di Capri e l’altro comune, Anacapri, attraverso una rete di trasporti che è pensata per una piccola isola, con mezzi dalle dimensioni ridotte che circolano su strade altrettanto ridotte. Il numero chiuso, che come tale potrebbe rappresentare un termine tabù, non è da escludere in questo senso, quantomeno, se si applica il principio al piano accosti, con un distanziamento orario tra un arrivo e l’altro e una quota massima di approdi giornalieri.